«Laura era il candidato migliore. Spero vogliate aiutarci se non vince al primo turno, il ballottaggio porterà automaticamente a una compattezza anche con i partiti del centrodestra che hanno fatto altre scelte». La piazza che fu teatro dei grandi comizi di Giorgio Almirante torna agli eredi di quella parte politica Ed è strapiena: quello che Giorgia Meloni fa a Laura Allegrini, candidata a sindaco di Fratelli d’Italia, da qui vale più di un semplice endorsement.
In piazza del Plebiscito, sotto quel palazzo che si vorrebbe conquistare, Meloni è a suo agio, anche perché «questo territorio ci ha dato un laboratorio politico – dice - qui fui eletta presidente di Azione giovani: a questa terra penso di dovere molto, vorrei restituire qualcosa». Correva l’anno 2004, oggi è davanti a 600 persone sedute e molte di più in piedi, si parla di circa 1.800. Arriva dopo che Allegrini e il deputato Mauro Rotelli hanno intrattenuto i presenti. Il parlamentare indica la piazza, «una scelta impegnativa e difficile».
Meloni tocca tanti temi di respiro nazionale, ma buona parte del suo intervento è su Viterbo, che conosce bene. Allegrini «ha scelto di affrontare questa avventura – sottolinea dal palco il presidente di FdI - per amore della sua città. E’ gentile ma determinata. Noi crediamo nel valore del merito. Sono contro le quote rosa, è triste vedere queste donne a sinistra accettare incarichi che gli uomini scelgono per loro.
Non può mancare il tema più sensibile, la Macchina di santa Rosa, «una manifestazione unica al mondo – continua Meloni - che rappresenta centinaia di anni di storia. Ma la città deve avere molto di più, Viterbo è stata per troppo tempo isolata. Noi se diciamo una cosa poi la facciamo, ecco perché spero che FdI possa governare questo comune: se prendiamo impegni li manteniamo».
E la candidata? Raccoglie applausi, sventola tricolori, lancia frecciate. «La presenza forte e prepotente di questa piazza ci dà forza e coraggio. Il centrodestra è qui, è tutto qui». Lo ripete due volte, all’inizio e alla fine del suo intervento. «Rinnega la propria identità chi viene eletto nel centrodestra e poi passa al centrosinistra. Ci sono candidati che si presentano rivendicando la presenza della Regione, poi fa una legge che consente a Roma di portare i rifiuti a Viterbo. E i candidati non mi piace che vengano usati come numeri». Ogni riferimento ad Arena, Troncarelli e Frontini non è puramente casuale.
Ma visto che si parla dalla piazza che fu di Almirante, si chiude a destra. Allegrini ricorda infatti Nando Signorelli e Pippi D’Angelo, morti di recente: «Hanno passato a noi il testimone, la nostra meta è il ballottaggio ed è a portata di mano».