Lo chef stellato: «Viterbo è un tesoro, ma i turisti la scoprono per caso»

Danilo Ciavattini
Danilo Ciavattini
di Diego Galli
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Sabato 19 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 16:06

«All’inizio di questa storia, nessuno si rendeva davvero conto di cosa ci avrebbe aspettato. Oggi, il covid ci ha portato in un altro mondo, un luogo dove difficilmente potrà tornare a essere tutto esattamente come prima». Sono le parole di Danilo Ciavattini, chef stellato Michelin e gestore dell’omonimo ristorante ubicato nel centro storico, a pochi passi da piazza Fontana Grande. Ciavattini, che si è fatto un nome anche a Roma, da pochi anni è tornato a Viterbo in un locale con la sua firma. 

«Ancora oggi – prosegue – siamo alla ricerca di quella semplice stretta di mano e di quei momenti di convivialità che, nei locali di ristorazione, erano abituali».

La “mazzata”, come la definisce Ciavattini, per il settore è stata importante e ancora adesso si porta dietro numerosi strascichi, tra ridimensionamento del lavoro e tutto ciò che ne è conseguito. La ripresa, tuttavia, come spiega poi lo chef, potrebbe partire dal turismo, un elemento che a detta di molti sarebbe in grado di sposarsi con il centro storico viterbese, ricco di arte e storia. 

«Molti clienti – spiega – vengono qui anche da lontano, attratti dalla cucina tipica, cuore del ristorante. Si tratta, tuttavia, di persone che molto spesso hanno scoperto Viterbo quasi per caso e che solo al momento della visita comprendono quante ricchezze il territorio possa davvero offrire». Quello che Ciavattini propone, e che potrebbe ben rappresentare per l’intera città un indotto importante, è una promozione turistica delle bellezze locali più capillare e accattivante.

«Molto spesso – continua – le aspettative dei turisti sono troppo basse ed è per questo che il loro soggiorno si riduce a 2-3 giorni. Ancora oggi la promozione del nostro territorio si basa principalmente sul passaparola».
Tra le altre problematiche evidenziate dal ristoratore, anche il degrado e l’incuria del centro storico, che troppo spesso accolgono chi viene da fuori. Tuttavia, a suo dire, anche per tali questioni la soluzione sarebbe molto semplice.

«Dovremmo intanto cominciare a sentire la città un po’ più nostra – spiega –. Ognuno di noi dovrebbe avere più cura e rispetto delle bellezze che ci circondano, anziché lamentarsi a prescindere. Sarebbe un primo passo, importante, verso qualcosa di migliore per tutti. Viterbo, e la Tuscia, non devono essere viste unicamente come qualcosa “da spremere”, ma un elemento sul quale poter lavorare e creare economia. Il mio ristorante, per esempio, si basa esattamente su questo: promozione e valorizzazione dei prodotti locali».

L’imprenditore Ciavattini esprime la sua mancanza di aspettative per le imminenti elezioni. «Non mi interesso molto alla politica – conclude – sono una persona che è solita rimboccarsi le maniche e darsi da fare, senza attendere aiuti da parte di nessuno. L’unica cosa che posso augurarmi è che qualcuno pensi, finalmente, al miglioramento dei trasporti pubblici. Sarebbe un importante aiuto per tutti, turisti, commercianti e residenti».

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