Violenza di genere, «fenomeno troppo presente nella provincia di Viterbo». Il vicequestore Roberto D’Amico e il capo della Mobile Alessandro Tundo tracciano un primo bilancio dell’attività contro la violenza sulle donne del primo semestre del 2021. «I casi sono in aumento - afferma il vice Questore D’Amico - anche a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. Nell’ultima settimana abbiamo riscontrato tre casi contemporaneamente». Tre donne si sono presentate negli uffici della Questura per denunciare mariti e fidanzati violenti e oppressivi.
«Nel primo caso - spiega il dirigente Tundo - una donna moldava che per 11 anni ha subito le violenze fisiche e psicologiche del marito ha trovato la forza di denunciare. Dopo l’ennesima aggressione siamo intervenuti e per l’uomo è scattata la misura dell’allontanamento, mentre la donna e i figli sono stati accolti in una casa protetta». Il secondo e il terzo caso hanno invece un unico filo conduttore. «Si tratta di due fidanzati giovani che non accettando la fine della relazione hanno iniziato a perseguitare le ragazze. In alcuni casi inviato anche 150 sms al giorno. Le vittime impaurite e sfiancate si sono venute e denunciare e anche in questi casi è scattata la misura dell’allontanamento e il divieto di comunicazione».
Dall’inizio del 2021 la polizia ha seguito 40 casi di violenza di genere. «E’ un fenomeno con cui ci dobbiamo confrontare quotidianamente - dice Tundo -, e si sviluppa sempre in modi diversi e imprevedibili.
Il quadro della Questura sulla violenza di genere non ha caratteri specifici. «E’un fenomeno trasversale, che prende tutte le fasce d’età e i ceti sociali. Per questo va fatta prevenzione. E a Viterbo stiamo assistendo a diversi casi con vittime in età scolastica».