Omicidio o fatale incidente? Oggi la decisione sulla morte di Maria Sestina Arcuri

Andrea Landolfi e Maria Sestina Arcuri
Andrea Landolfi e Maria Sestina Arcuri
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Lunedì 19 Luglio 2021, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 14:35

Omicidio o fatale incidente? Oggi la decisione sulla morte di Maria Sestina Arcuri. La ventenne calabrese morta dopo un volo per le scale a Ronciglione a febbraio del 2019. La Corte d’Assise del Tribunale di Viterbo in giornata pronuncerà il verdetto. Unico imputato Andrea Landolfi Cudia, 30enne ex pugile e fidanzato della vittima. Landolfi è accusato di omicidio, lesioni e omissioni di soccorso.

Due le verità che per tutte le numerose udienza si sono fronteggiate. Quella presentata dalla pubblica accusa e quella della difesa. Il sostituto procuratore Franco Pacifici durante la discussione ha chiesto 25 anni di carcere. Per lui la lettura degli eventi di quella tragica domenica sera è chiara. L’imputato dopo una serie di liti e battibecchi avrebbe lanciato la fidanzata per le scale della casa della nonna a Ronciglione, dove avevano trascorso il weekend. «Questo è il processo delle due verità - ha affermato durante la discussione il pm - quella della Procura e quella dei familiari dell’imputato. Durante le indagini e anche durante la fase processuale c’è stata una mistificazione della realtà. La prima a non dire la verità è stata la nonna di Andrea, che in più occasioni ha mistificato tentando di proteggere il nipote. E quando non sapevano di essere intercettati abbiamo capito. Landolfi parla con la nonna e le dice: se crolli tu, crollo io. Se cadi tu, cado io. E’ tutto un domino».

L’impianto dell’accusa per la difesa di Landolfi, avvocati Serena Gasperini e Daniele Fabrizi, è tutto una forzatura. «Andrea Landolfi - hanno affermato i due legali - è stato fatto passare come il mostro, lo scarto della società. Una tesi funzionale alla Procura, che ha disegnato l’impianto accusatorio che è tutt’altro che provato. La Procura dice che Landolfi l’ha lanciata, ammazzata, e chiede 25 anni di carcere. Ma qui -non c’è stato nessun lancio, la Procura vuole solo consegnare alla Corte d’Assise una bestia e fare il processo alla “famigliaccia” di Andrea».
A mettere un punto fermo su questa storia toccherò ora ai giudici, togati e popolari, della Corte d’Assise.

Dopo aver ascoltato decine e decine di testimoni, periti e consulenti dovranno trovare la quadra e capire se quella sera Landolfi ha lanciato la fidanzata o semplicemente si è trattato di un incidente domestico che ha causato la morte di una ragazza di 26 anni.

Durante il processo si è costituta parte civile tutta la famiglia Arcuri, assistita dall’avvocato Vincenzo Luccisano. «E’ chiaro - ha affermato durante la discussione - che Andrea quella sera è fuori di sé. E non solo ha ucciso Sestina ma non ha fatto nulla per salvarle la vita». Durante le ore dopo la caduta non sarebbero stati chiamati i soccorsi in maniera tempestiva. Solo diverso tempo dopo, e dopo che la vittima avrebbe iniziato a dare segni di scompensi, avrebbero chiamato il 118. Poi la folle corse al pronto soccorso, il disperato tentativo di intervento neurologico e il decesso.

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