Bomarzo, festa di Sant'Anselmo: corteo storico in costume e sagra del Biscotto

Bomarzo: il biscotto di Sant'Anselmo
Bomarzo: il biscotto di Sant'Anselmo
di Carlo Maria Ponzi
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Lunedì 25 Aprile 2022, 06:40 - Ultimo aggiornamento: 14:20

A Bomarzo si festeggia il 25 Aprile con tradizionali eventi cultural-turistici (all’insegna degli onori dovuti al patrono Sant’Anselmo) che hanno subito l’interruzione nell’ultimo biennio causa pandemia da Covid-19.

Pezzo forte e spettacolare la “Giornata rinascimentale degli Orsini”. Alle 15,30, partenza del corteo storico con figuranti in costume, accompagnati dal gruppo dei tamburini della cittadina, dai sbandieratori di Città della Pieve, di Giove, di Sangemini, Lame di Albornoz (specializzate in rievocazioni di scene di vita medievale, con duelli scenici coinvolgenti). A seguire, animazione dedicata ai bambini, giochi e degustazioni di prodotti tipici.

Ma la festa di Sant’Anselmo non è tale senza l’omonimo biscotto che per l’occasione viene preparato in quantità industriale, per la gioia dei residenti ma soprattutto dei turisti. Si tratta di una ciambella, lievitata naturalmente, la cui origine viene fatta risalire proprio al patrono. Si narra, infatti, che quando Anselmo era vescovo della città, nel V secolo dopo Cristo, fece produrre un pane dolce per sfamare i poveri e i pellegrini in cammino sulla via Francigena.

Come si consuma? È tradizione inzuppare il biscotto nella cosiddetta “zozza”, un miscuglio a base di liquori, olio, vino, zucchero, limone e anice.

Riconosciuto come prodotto del Marchio Tuscia Viterbese, conferito ai prodotti locali che rispondono a requisiti ben precisi di qualità e di tipicità, oggi il Biscotto di Sant’Anselmo ha il riconoscimento del marchio di qualità italiano Pat (prodotti agroalimentari tradizionali).

Un po’ di storia, infine, sulla famiglia Orsini. Il più noto, Pierfrancesco II Orsini, detto Vicino (Roma, 4 luglio 1523 – Bomarzo, 28 gennaio 1585), è stato signore di Bomarzo dal 1542 al 1585. Dopo la carriera militare che lo vide impegnato dal 1545 al 1557, si ritirò a vita privata nel suo palazzo di Bomarzo. È conosciuto soprattutto come committente del Sacro Bosco, oggi identificato con il nome di Parco dei Mostri, il complesso monumentale di sculture e fontane dalle caratteristiche peculiari che lo differenziano dai giardini coevi, fatti realizzare nei dintorni da altri signori, come Villa d'Este a Tivoli, Villa Lante a Bagnaia o il giardino di Palazzo Farnese a Caprarola.

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