Steven Spielberg per “West Side Story”: «Era importante aggiornare la storia ai nostri tempi»

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«Usa la paura, perché la paura ti dà una scarica di adrenalina. Ti dà energia, quasi un senso disperato di mantenere l'equilibrio per non cadere all'indietro dal precipizio. Se arrivi con troppa sicurezza non ci sarà mai spontaneità, ma se utilizzi la paura come carburante farai un’ottima performance». È questo quello che Mr. Steven Spielberg ha raccontato alla sua giovane Maria, Rachel Zegler, il primo giorno di riprese di West Side Story.

Ne aveva diciassette quando la scelse tra migliaia di attrici, diciotto quando iniziarono a girare e ora ne ha venti, quando il film sta finalmente arrivando in sala, dal 23 dicembre distribuito da The Walt Disney Company Italia. 
West Side Story è il racconto moderno di Romeo e Giulietta, adatto nel fatiscente West Side di New York, che nel 1957, in piena gentrificazione, stava allontanando gli emigranti di Puerto Rico dalle loro case, ristrutturando il quartiere che ancora oggi è teatro e fermento culturale con il Lincoln Center for the Performing Arts. Lo stesso luogo dove il film di Steven Spielberg ha avuto la sua prima mondiale.


Nell’intervista con il regista premio Oscars abbiamo affrontato un’analisi delle similitudini con il musical di Broadway e il film del 1961 diretto da Robert Wise e Jerome Robbins, soprattutto sull’importanza di adattare un classico senza tempo ai giorni nostri.


(Servizio a cura di Eva Carducci