Si apre il processo agli 007 egiziani accusati di aver ucciso Regeni: a Lecce una panchina gialla per ricordare il ricercatore

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Anche Lecce ha una panchina gialla per ricordare Giulio Regeni, ricercatore universitario scomparso, torturato e ucciso in Egitto nel 2016. Su viale dell'Università l'inaugurazione proprio questa mattina, in occasione dell'udienza preliminare davanti al Gup Pier Luigi Balestrieri, che apre a Roma l’atteso processo a carico dei quattro agenti della National Security egiziana accusati del sequestro, delle torture e dell'omicidio di Regeni. Proprio in questa giornata storica per la vicenda, per continuare a chiedere verità e giustizia per la violenta morte del ricercatore friulano e per sostenere la lunga e coraggiosa battaglia dei genitori Paola Deffendi e Claudio Regeni e dell’avvocata Alessandra Ballerini, Amnesty International Lecce, Conversazioni sul futuro, Diffondiamo Idee di Valore e Lecce Città Pubblica, in collaborazione con il Comune di Lecce, hanno deciso di donare al capoluogo salentino una panchina gialla dedicata “a Giulio Regeni, giovane ricercatore universitario  scomparso, torturato e ucciso nel 2016 a Il Cairo in Egitto e al suo sguardo aperto sul mondo”, come  si legge sulla targa commemorativa.

La localizzazione della panchina a Lecce non è casuale. Giulio era un giovane ventottenne ricercatore universitario che aveva scelto la cultura come strumento di solidarietà e di giustizia sociale. La cerimonia, alla quale hanno preso parte il sindaco Carlo Salvemini e Alessandro Isoni, coordinatore del Corso di dottorato in “Human and Social Sciences” del Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo - intitolato “in ricordo di Giulio Regeni, ricercatore”, arriva all'indomani del conferimento da parte del Consiglio comunale di Lecce della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki. Il capoluogo salentino si aggiunge dunque alle numerose città italiane che hanno accolto tra i propri concittadini il giovane attivista e ricercatore egiziano, studente del Master Gemma dell'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, detenuto dal 7 febbraio del 2020 al Cairo con accuse legate alla sua attività politica e giornalistica.