Lupiae, un porto più antico del molo di Adriano: la scoperta degli archeologi

EMBED

Un antico scalo portuale al servizio di Lupiae. Un porto molto probabilmente più antico del molo che l'imperatore romano Adriano fece costruire a San Cataldo, marina di Lecce. Lo hanno scoperto i ricercatori di Unisalento in località “Posto San Giovanni”, nelle immediate vicinanze dell’Edificio Idrovoro della Riforma Agraria, oasi Wwf delle Cesine, approfondendo scavi e studi cominciati, in quell'area, negli anni Novanta. E' venuta alla luce così la fondazione «di un imponente molo realizzato nella tecnica tipica delle strutture di approdo dell’Adriatico, in grandi blocchi parallelepipedi di pietra locale, largo circa 8 m, che si sviluppa con orientamento est/nord-est per un centinaio di metri. In alcuni punti si conservano due o più filari sovrapposti, ma all’esterno del tracciato della struttura si nota l’ampia dispersione dei blocchi in crollo, a causa dell’energia ambientale e alla posizione esposta ai venti dominanti». Ci sono poi «tratti di canaletta scavata in lunghi blocchi di calcarenite, e lungo il fianco meridionale giganteschi blocchi sagomati, forse con funzione di bitte di ormeggio». Accanto al porto - collegato alla struttura in blocchi documentata anni fa da Giuseppe Ceraudo e Francesco Esposito - anche la cosiddetta “Chiesa sommersa”, un’altra struttura intagliata su una prominenza del banco roccioso in modo da ricavarvi tre grandi ambienti rettangolari, che affiora sulla superficie del mare. E, da qui, si scorgono poi le tracce che portano sulla terraferma fino a «un tracciato viario che da Lecce punta direttamente all’area del molo».