Emiliano: «La Puglia avrà le terapie intensive raddoppiate». A Lecce 16 nuovi posti al Dea - VIDEO

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«Stiamo rafforzando ulteriormente il dispositivo di sicurezza Covid, lasciando in eredità alla Puglia il raddoppio di tutto il sistema della terapia intensiva». Lo ha detto il governatore pugliese Michele Emiliano, questa mattina a Lecce in occasione dell'attivazione al Dea dell'ospedale Vito Fazzi di 16 posti di terapia intensiva respiratoria per pazienti Covid, immediatamente convertibili in posti di terapia intensiva generale. «Nonostante gli affanni - ha sottolineato Emiliano - abbiamo costruito un paracadute per una terza ondata che speriamo non sia drammatica come la seconda, venti volte più forte di quella di marzo-aprile scorsi. Ciò nonostante possiamo dire di avere una situazione ospedaliera tranquilla. Non siamo stati mai in zona rossa sebbene i contagi altissimi, grazie al sacrificio di tanti operatori sanitari e di un'organizzazione sanitaria che ha riconvertito tanti ospedali». «Il Dea – ha continuato Emiliano - è una delle strutture più importanti della Puglia. È bene ricordare che quando sono diventato presidente della Regione il Dea era un’opera bloccata da anni, ma siamo riusciti a sbloccarla perché era necessaria ed essenziale sia per le emergenze che per la quotidianità. È stato un lavoro corale fantastico e di questo ingrazio il direttore generale Rollo».

La Regione Puglia ha effettuato una pianificazione della rete ospedaliera Covid, prevedendo anche dei posti letto di terapia intensiva e sub intensiva di area pneumologica riconvertibili immediatamente in posti di terapia intensiva, assegnando alle aziende sanitarie risorse economiche per garantire i lavori strutturali e impiantistici nonché l'acquisizione tecnologica. L'Asl di Lecce ha avviato la procedura per la completa ristrutturazione di un'area internistica (medicina interna e pneumologia) all'interno del plesso storico del Fazzi, e ha avviato anche il percorso per l'acquisto delle necessarie tecnologie, sempre con le risorse messe a disposizione dalla Regione. Considerato che al quarto piano del Dea vi erano ambienti idonei ad incrementare il numero di posti di terapia intensiva, la Asl Lecce, anche al fine di contenere una ipotetica terza ondata Covid, ha attivato 16 posti di terapia intensiva respiratoria immediatamente convertibili in posti di terapia intensiva generale. In questo modo ha garantito l'offerta di 60 posti letto di area pneumologica di cui 16 ad alto impegno assistenziale e i restanti 44 a medio impegno. Con il completamento dei lavori di ristrutturazione, tutte le tecnologie saranno successivamente ricollocate nella loro sede definitiva.

«Tutta la programmazione nazionale – ha dichiarato Rollo - si basava sul potenziamento dei posti di terapia intensiva e dei posti letto di terapia subintensiva immediatamente riconvertibili in posti letto per terapia intensiva, sia per l’area medica che per l’area pneumologica. Qui avevamo 44 posti letto di pneumologia e oggi attiviamo sedici posti ulteriori di terapia intensiva respiratoria immediatamente riconvertibili in rianimazione di tipo respiratorio. Quindi tutti quanti i pazienti con una sindrome clinica importante possono essere ricoverati in questi ambienti, essere monitorati attraverso moderne strumentazioni e finché non c’è la necessità di intubazione possono essere mantenuti in questi reparti. Nel momento in cui dovesse precipitare la situazione, allora possono essere fatte ulteriori manovre rianimatorie e possono essere mantenuti comunque nel reparto o nelle rianimazioni del Dea. Quindi, nell’ambito di un dipartimento per intensità di cure, abbiamo le cure estensive e ad alta complessità che sono nella pneumologia, le terapie subintensive che attiviamo oggi e le terapie intensive per poter far fronte a tutti quanti i bisogni per un bacino complessivo di 120 pazienti che sono all’interno del Dea». Per quanto attiene l'area medica, l'equipe multiprofessionale è costituita da 3 medici pneumologi, 2 anestesisti-rianimatori, un cardiologo intensivista, 6 specialisti in medicina interna,  4 specialisti geriatri e un allergologo.