Alghe tossiche, maltempo e crisi: l’anno nero delle spiagge italiane

Alghe tossiche, maltempo e crisi: l anno nero delle spiagge italiane
Alghe tossiche, maltempo e crisi: l’anno nero delle spiagge italiane
di Francesco Malfetano
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Venerdì 2 Agosto 2019, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 21:12

«Tanta pioggia e pochi soldi tengono gli italiani lontani dalle spiagge». A sostenere che lestate 2019 sia tra le peggiori degli ultimi anni sono i gestori degli stabilimenti balneari della Penisola: «Dopo un maggio disastroso - ha spiegato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari (Sib) - nei mesi di giugno e luglio le presenze in spiaggia hanno fatto registrare pesanti flessioni rispetto allo scorso anno, fino a meno 25%». In pratica, rispetto al 2018, una persona su 4 ha rinunciato alle tradizionali giornate trascorse al mare durante la settimana concentrando le uscite in spiaggia nel weekend. Una situazione che allarma gli imprenditori e in particolare quelli che gestiscono gli stabilimenti del centro Italia.

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I NUMERI
La diminuzione delle presenze - registrata attraverso un’indagine che ha coinvolto 2500 attività, circa la metà degli iscritti al Sib - ha riguardato in maniera più significativa le spiagge del Lazio (-20% rispetto a giugno 2018 e -10% rispetto a luglio), dell’Abruzzo (-20%, -25%), dell’Emilia Romagna (-10% e -15%) e Molise (-10% e -10%). Una flessione che Capacchione attribuisce soprattutto al «maltempo che in questi primi due mesi estivi ha colpito diverse località» ma anche al «sensazionalismo nelle previsioni da parte di quei siti che guadagnano con l’allarmismo immotivato». Un fattore che influenza di molto il rischio degli imprenditori perché «ormai l’opinione dei bagnanti è molto condizionabile dalle previsione meteorologiche». E negli ultimi giorni ci si è messo anche il ritrovamento dei batteri di escherichia coli e enterococchi, in alcuni prelievi fatti, oltre che a Rimini, anche a Riccione, Cattolica, Lido di Volano, Savignano, San Mauro e Cesenatico e l’alga tossica nel Gargano, ovvero nei luoghi più amati dai vacanzieri in Italia. A incidere sui fatturati degli stabilimenti però, è soprattutto il cambiamento delle abitudini economiche degli italiani che ora «concentrano le proprie vacanze in una sola settimana» e «non frequentano più le spiagge nei momenti liberi».

 



I SERVIZI
Tuttavia finché c’è sole c’è speranza per cui, ad agosto appena iniziato (l’ottavo è il mese preferito dagli italiani per le vacanze) non resta che rimboccarsi le maniche: «Saranno tanti a scegliere i litorali italiani - dice ancora Capacchione - complice il bel tempo, e, soprattutto, i nostri servizi di spiaggia da sempre ‘fiore all’occhiello’ del turismo del Bel Paese».  Tra le migliaia di turisti che affolleranno le nostra spiagge però, saranno sempre di più gli stranieri. «Dobbiamo anche registrare - spiega il sindacalista - come soprattutto in alcune zone, gli italiani sono molti meno che in passato. In Triveneto ad esempio, grazie ai mercati nuovi (paesi dell’Est principalmente) che si stanno affacciando, le presenze di turisti provenienti dall’estero sono in costante aumento». IL SORPASSO Una passione per il mare italiano che è “minacciata” dalla ritrovata stabilità delle destinazioni balneari del Nordafrica e dalla minore pressione fiscale di cui beneficiano gli imprenditori di altre destinazioni balneari come Grecia e Croazia.
Elementi che comunque, per il momento, non scoraggiano chi vuole visitare il Bel Paese: secondo un sondaggio realizzato da Cna turismo e commercio, il 2019 è l’anno del sorpasso dei turisti provenienti dall’estero su quelli “nostrani” con 104 milioni di presenze assicurate da vacanzieri stranieri contro 102 dei connazionali (i più affezionati restano i turisti tedeschi, seguiti da francesi e britannici). Rispetto al 2018 le presenze cresceranno dell’1% (206 milioni), ovvero 1,9 milioni di vacanzieri in più. Un risultato positivo a cui si affianca una spesa complessiva di 38 miliardi di euro (200milioni di euro in più dello scorso anno) di cui beneficerà l’intero indotto turistico. Al netto del maltempo quindi, quella del 2019 forse non è un’estate così brutta.

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