Easyjet, impatto Covid: taglierà un quarto della flotta in Italia, 1.500 dipendenti in cassa integrazione

Easyjet, impatto Covid: tagliato un quarto della flotta in Italia, 1.500 dipendenti in cassa integrazione
Easyjet, impatto Covid: tagliato un quarto della flotta in Italia, 1.500 dipendenti in cassa integrazione
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 12:08 - Ultimo aggiornamento: 12:14

Easyjet fa i conti con il Covid e taglia un quarto della sua flotta in ItaliaIl Coronavirus, con il conseguente crollo dei viaggi, ha avuto «impatti senza precedenti sul traffico» e costringe easyJet, che per la prima volta nella sua storia ha chiuso in perdita, a riorganizzare le attività in Italia. La compagnia sta programmando di ridurre di 9 unità la propria flotta portando da 36 a 27 gli aeromobili basati in Italia.

I 1500 dipendenti ad oggi sono in cassa integrazione, con un meccanismo di rotazione, fino a marzo 2021.

Anche in considerazione del blocco dei licenziamenti saranno avviate le discussioni con i sindacati «con l'obiettivo di mitigare l'impatto sui livelli occupazionali e salvaguardare il maggior numero possibile di posti di lavoro».

Crollo del numero di passeggeri

Già a maggio easyJet aveva annunciato un significativo ridimensionamento dell'intera flotta e un conseguente piano di ottimizzazione di basi e rotte in tutto il network europeo. In Italia, spiega una nota, coinvolgerà l'operatività delle tre basi nazionali: Milano Malpensa, Venezia Marco Polo e Napoli Capodichino. Nello specifico il piano prevede di ridurre da 22 a 21 gli aerei basati a Milano Malpensa, da 7 a 4 quelli basati all'aeroporto di Napoli e da 7 a 2 quelli basati presso lo scalo di Venezia. Questo a fronte del crollo del traffico passeggeri che, dopo una timida ripresa estiva, IATA stimando per il 2020 in frenata di circa il 70%. Per il 2021 l'associazione internazionale del trasporto aereo, ricorda una nota, prevede che i ricavi delle aerolinee saranno inferiori di oltre il 50% rispetto a quanto previsto prima della crisi e ha confermato che bisognerà attendere il 2024 prima che il traffico aereo ritorni ai livelli del 2019.

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