Val d'Orcia, siepi, statue e torri: riaprono gli Horti Leonini, parco dell'amico di Michelangelo

Val d'Orcia, siepi, statue e torri: riaprono gli Horti Leonini, parco dell'amico di Michelangelo
Val d'Orcia, siepi, statue e torri: riaprono gli Horti Leonini, parco dell'amico di Michelangelo
di Laura Larcan
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Sabato 27 Marzo 2021, 16:16 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 15:20

Sono stati il set naturale di tanti film e serie in costume. Una scelta non casuale per registi e produzioni internazionali. Qui, negli Horti Leonini di San Quirico d'Orcia, si respira un'aria genuina di Rinascimento. Il tempo sembra essersi cristallizzato, senza contaminazioni. Le mura secolari accarezzano il perimetro quasi ad evocarne una sorta di "hortus conclusus", di giardino segreto da romanzo romantico. Ma quando si varca la soglia, si scopre un sistema di aree verdi, con eleganti siepi scolpite, piante, boschi e ruderi pittoreschi che sembrano giocare all'infinito. Ecco la meraviglia di questo complesso monumentale, giardino all'italiana tra i più belli d'Italia, incastonato nella Val d'Orcia della Toscana, in terra di Siena, vicino all'altro gioiello termale di Bagno Vignoni, fatto di natura ammaestrata dall'estro dell'arte, che affonda le radici (è proprio il caso di dirlo) al 1567 circa e al progetto ambizioso di Diomede Leoni, grande amico di Michelangelo. Chiusi per lavori, riaprono ora al pubblico alla conclusione di un complesso intervento di restauro, manutenzione e cura innovativa del verde, tanto da essere presi ad esempio sul fronte botanico dagli stessi Giardini di Boboli a Firenze. Un'operazione importante in tempi di pandemia da Covid, che fa bene anche al turismo.

 

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«Un intervento – racconta il sindaco di San Quirico d’Orcia, Danilo Maramai - che ci restituisce un giardino in totale sicurezza e in piena funzionalità sia strutturale che agronomica oltre che botanica; ma anche un giardino in piena fruibilità da parte dei cittadini e dei turisti che avranno a loro disposizione uno spazio di straordinaria bellezza e unicità da poter vivere in ogni momento dell’anno.

Credo che in questo periodo di grande sofferenza che stiamo vivendo, la riapertura del nostro giardino possa rappresentare una nuova ripartenza per tutta la nostra comunità».

Design del verde, viali e scalinate di nuovo percorribili, piantumazioni secondo l'antico impianto, gli Horti Leonini sfoggiano una cura del dettaglio. Il progetto, condiviso con gli specialisti della Soprintendenza di Grosseto Arezzo e Siena del Ministero della Cultura in accordo con l’Amministrazione comunale, ha puntato alla messa in sicurezza del giardino con il particolare recupero della Ragnaia (era un sistema di cattura per piccoli uccelli tipico dei giardini storici all’italiana, dove venivano allestite delle reti tra le siepi e gli alberi). Sono stati poi messi in campo miglioramenti funzionali all’intero parco (costo dell'intervento, 220mila euro). Dopo gli abbattimenti e le potature delle piante censite sono state effettuate 39 nuove piantumazioni e altre saranno realizzate nei prossimi anni per non appesantire il "sesto d’impianto". Strategico il ripristino del sistema idrico del parco attraverso l’installazione di specifiche caditoie e canalette utilizzando la pietra Forte di Firenzuola. Il restyling ha reso ora più leggibili i viali principali di accesso alla parte alta del parco. 

Spiccano ora le nuove piante di viburno che sono così andate a ridefinire le geometrie dei vialetti interni così come si è proceduto con il ripristino delle scalinate attraverso il livellamento sui due lati degli Horti. Per quanto riguarda, invece, la parte bassa del giardino si sta lavorando alla semina, alle distese di prato del viale di accesso centrale e all’irrigazione di tutte le aiuole e del viale stesso. I lavori fervono, insomma. Si continuerà nelle prossime settimane. In programma, l'arrivo delle nuove piante di bosso nelle aiuole del parterre mentre è stato già realizzato un nuovo impianto di illuminazione fortemente suggestivo e in grado di valorizzare il giardino nelle ore notturne, anche dal punto di vista artistico. 

LA STORIA

Diomede Leoni nel 1522 ottiene in usufrutto dal padre un pezzo di terra a San Quirico d’Orcia che corrisponde ad una porzione degli Horti Leonini. Nonostante il legame con il paese natale Leoni trascorre la maggior parte della sua vita matura a Roma impiegato presso la corte del cardinale Luigi Cornaro. Vivendo a Roma si avvicina molto agli ambienti del Vaticano e nel 1560 assiste al cantiere della Basilica di San Pietro sotto la direzione di Michelangelo. Le lettere di Leoni raccontano di come lui facesse parte del mondo artistico del tempo e dei suoi rapporti di amicizia con importanti artisti e architetti del Vaticano. In questo periodo inizia a maturare l’idea della costruzione di un giardino nella sua proprietà di San Quirico d’Orcia ma non disponendo di risorse finanziarie sufficienti per costruire anche una villa sceglie di realizzare un giardino aperto a tutti. Quando nel febbraio 1564 Michelangelo, senza portare a termine la costruzione della Basilica di San Pietro, si trova ormai in fin di vita, si riuniscono intorno a lui i sui migliori amici: Daniele da Volterra, Tomaso Del Cavaliere e Diomede Leoni. Un anno dopo la morte di Michelangelo, Leoni torna a San Quirico per un soggiorno particolarmente lungo e probabilmente nel periodo 1567-1568 inizia a costruire i suoi Horti.

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