Alla scoperta dei Falisci: dalla Necropoli di Cavo degli Zucchi a Falerii Novi

Necropoli Cavo degli Zucchi
Necropoli Cavo degli Zucchi
di Maria Serena Patriarca
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Domenica 17 Gennaio 2021, 19:10

I Falisci, un popolo italico ancora pressoché sconosciuto che però ha lasciato testimonianze meravigliose nel Lazio. Nel comune di Fabrica di Roma, fra la campagna e il bosco, il sito di Cavo degli Zucchi è una sorprendente scoperta per chi ama l’archeologia coniugata con i percorsi naturalistici. Una sorta di “via Appia” in miniatura che rappresenta la testimonianza concreta della più grande necropoli falisca esistente.

 

La città, nella quale si officiavano antichissimi culti legati non solo alla morte, ma anche alla madre terra e alle acque (nelle vicinanze scorre infatti un torrente) si estende lungo la via Amerina, la strada lastricata che risale al IV secolo a.

C. e che arrivava fino ad Amelia, in Umbria,  la cui costruzione fu terminata dopo la distruzione (in piena espansione di Roma) di Falerii Veteres, ovvero la capitale falisca, nel 241 a.C..La via Amerina è passata alla storia anche come Corridoio Bizantino, poiché fu teatro della battaglia tra i Bizantini e i Longobardi. Siamo in pieno Agro Falisco e questo itinerario che si snoda sull’Amerina fa parte anche del cosiddetto “Cammino della Luce”, in quanto la Via ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione del Cristianesimo già nell’età apostolica: ne sono prova gli eremi sacri, i luoghi di culto e le memorie dei martiri di cui è costellato il territorio. Il percorso, geografico ma anche spirituale, si snodava fino ad Aquileia: una sorta di Cammino di Santiago italiano che ancora oggi affascina per i suoi paesaggi e le sue tappe di intensa bellezza. I Falisci, grandi esperti nell’arte della ceramica (che ancora oggi si perpetua a Civita Castellana, ovvero l’antica Falerii Veteres) avevano molta affinità con gli Etruschi, anche se parlavano una lingua diversa dall’Etrusco, e molto più ricollegabile al Latino che al Greco. Le divinità che i Falisci veneravano erano simili a quelle etrusche: per esempio Giunone, Mercurio, Apollo, Minerva. E anche le loro necropoli ricordano quelle rupestri etrusche. A Cavo degli Zucchi catturano l’attenzione specialmente le Tombe a Colombario scavate nel tufo e le Tombe rupestri a portico (del II secolo a.C.), che rievocano veri e propri templi nella loro struttura, con scalinate, sarcofagi, colonne, altari e vasche. Come anche da tradizione etrusca, infatti, le necropoli non erano solo il luogo per onorare i defunti, ma anche il punto di incontro della comunità per svolgere i “giochi” (ludi) in onore degli antenati. Quest’area è ricca inoltre dal punto di vista naturalistico, ideale dunque per passeggiate di nordic walking o percorsi con la mountain bike, ma anche per passeggiate a cavallo. Proseguendo sulla via Amerina una sosta d’obbligo è a Falerii Novi, la città che i Romani fondarono dopo la distruzione di Falerii Veteres. Entrando dalla Porta di Giove si ha subito l’impressione di ritrovarsi a cavallo fra epoche e civiltà diverse, perché nella stessa zona, fra campagna e pascoli di ovini,  convivono i ruderi e le mura della città romana e la Chiesa Cistercense Medievale di Santa Maria in Falleri, che risale al XII secolo. Le mura dell'antico insediamento sono restate nei secoli pressoché intatte: hanno un perimetro di oltre 2 chilometri, con 50 piccole torri. Inoltre si possono vedere gli scavi che hanno riportato alla luce i resti di alcune parti importanti della città, come varie case, il teatro e il foro e, fuori dalle mura, l’anfiteatro.

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