Firenze da vedere, da fare e da mangiare: le esperienze da non perdere “oltre i grandi classici”

Alla scoperta del volto nuovo del capoluogo toscano tra arte contemporanea, hotel di design e osterie stellate

Gucci Garden Archetypes a Firenze, campagna Pre-Fall 2018 "Gucci dans les Rues"
Gucci Garden Archetypes a Firenze, campagna Pre-Fall 2018 "Gucci dans les Rues"
di Sabrina Quartieri
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Mercoledì 18 Maggio 2022, 16:13 - Ultimo aggiornamento: 17:14

È la “culla” del Rinascimento e vanta, tra i suoi tesori artistici, la celebre Galleria degli Uffizi, il museo più visitato in Italia nel 2021. Ma Firenze è sempre più una città contemporanea, capace di attrarre anche quei turisti in cerca di esperienze da vivere “oltre i grandi classici”. Tra luoghi della cultura non tradizionali, scenografici hotel, progetti innovativi enogastronomici, inaspettate fattorie urbane e ciclopiche fabbriche diventate contenitori della creatività a 360° gradi, ecco allora le tappe da non perdere per un weekend alla scoperta del volto nuovo del capoluogo toscano.

 

Dall’arte contemporanea ai giardini in fiore, dall’hotel ispirato alla Divina Commedia ai ristoranti trendy: Firenze da vedere, da fare e da mangiare

Ideale da esplorare a piedi, grazie anche alle piacevoli temperature primaverili, Firenze, dopo i lunghi tempi pandemici, è rinata ed è pronta ad accogliere i visitatori a caccia di Travel experiences autentiche ma glamour e di locations riqualificate e ora di tendenza, per un soggiorno stimolante all’insegna di una nuova bellezza nell’affascinante città dei Medici rinomata per possedere la più grande concentrazione mondiale di opere d’arte in proporzione alla sua estensione.

1. Firenze da vedere tra musei, Maison di moda ed ex fabbriche

Per uscire dalla “bulimia” dei siti rinascimentali e immergersi in uno spazio della cultura che è un unicum in città, l’indirizzo da non perdere, gestito dalla vulcanica presidente Patrizia Asproni, è il Museo Marino Marini a piazza San Pancrazio. Già solo la struttura architettonica vale la visita: un open space che mescola stili e materiali diversi, tra affreschi di una cupola carolingia e capriate di metallo rosso di quando questo luogo sconsacrato con gli editti napoleonici, ospitava la Manifattura Tabacchi (poi trasferita alle Cascine negli anni Trenta) con le operaie a creare il sigaro toscano. Tra passerelle aeree, teche sospese e grandi scale che ricordano i quadri di Escher (o la scuola di Hogwarts di Harry Potter), il museo racconta la poetica dell’artista pistoiese Marino Marini attraverso le sue creazioni, tutte visibili e da diverse angolazioni e prospettive, mentre le grandi finestre del pulpito ammettono all’interno lo sguardo della città.

Lo spazio, definito da un americano il museo più instagrammabile di Firenze, è molto richiesto dagli “young stylist” come set di shooting fotografici ed è amato dai bambini, liberi di muoversi al suo interno senza pericoli. Altro unicum è la chiesa ospitata in una delle sue “navate” e dove si trova la tomba ispirata al Sacello del Santo Sepolcro, capolavoro di Leon Battista Alberti su commissione della famiglia Rucellai. Dal passato al presente, scaricando la app NONI, durante la visita si può infine interagire con le opere disegnandoci sopra attraverso il device e creando la propria opera d’arte digitale che resta in memoria.

 

A Firenze, i nuovi linguaggi artistici entrano anche nelle storiche case di moda: a piazza della Signoria i “Gucci lovers” trovano, infatti, oltre alla boutique con le “limited editions” del marchio fondato a Firenze nel 1921, una galleria d’arte allestita per il centenario del brand, da attraversare con smartphone alla mano per catturare suggestioni e atmosfere delle 15 campagne pubblicitarie ricreate per celebrare la visione inclusiva, libera e audace della Maison. L’esperienza di Gucci Garden Archetypes, altamente immersiva perché ci si muove tra gli allestimenti, alterna una scalinata ricoperta di graffiti ispirati alle voci dei giovani studenti della Sorbona a Parigi durante le contestazioni del “maggio ’68”, e ancora, una stanza con una proiezione circolare che catapulta il visitatore “in pista” con i ballerini di Northern Soul, ma anche una extravaganza multi-screen abbacinante con il sorriso imperfetto della cantante punk Dani Miller, colei che ha stravolto del tutto le convenzioni del mondo della bellezza.

Occorre invece lasciare il cuore della città e raggiungere le Cascine, per esplorare gli spazi della Manifattura Tabacchi, che mostrano il “work in progress” di una ciclopica opera di rigenerazione urbana che la interessa. Per raggiungerla, meglio optare per una corsa in taxi (potrebbe arrivare quello di un fiorentino doc di nome Fabio che, durante il tragitto, delizia i clienti con le loro canzoni preferite, che poi inserisce nella sua playlist Spotify Taxi Firenze 72). La storica area industriale completerà la sua riqualificazione entro il 2026. Già oggi, però, è diventata un vivace contenitore di progetti complementari e alternativi all’offerta del centro: al suo interno si trovano una delle sedi dell’istituto Polimoda, un bistrot e una comunità stabile di “makers” come SuperDuper e Switch Skate Shop, oltre a un susseguirsi di sperimentazioni di arte contemporanea. 

Campagna Gucci Pre-Fall 2017 "Soul scene"

2. Firenze da fare tra soggiorni “infernali”, remise en forme e passeggiate tra le fioriture

A un passo dalla stazione di Santa Maria Novella, precisamente al 25Hours Hotel di piazza San Paolino, comincia la nuova Firenze. L’albergo parte della catena di Design Hotels creata e guidata da Christoph Hoffman, infatti, arriva in questo quadrante della città centralissimo, ma solo sfiorato dai flussi turistici, per contribuire a riqualificarlo e a renderlo attrattivo (come il suo gemello di Berlino che si trova vicino allo zoo).

L’indirizzo è già iconico, grazie ai suoi scenografici ambienti ispirati in modo giocoso all’inferno e al paradiso della Divina Commedia dantesca.

Così, “scendendo” nei gironi dei sodomiti e dei golosi, si dorme tra décor dalle tinte forti del rosso e del nero; ascendendo tra i beati, ci si delizia tra arredi raffinati e nuance azzurre e argentee. Il 25Hours occupa gli spazi dell’imponente “Monte de’ Pegni” – la storica Azienda dei Prestiti della Cassa di Risparmio di Firenze – e ha il suo nucleo centrale di 66 camere nell’originario convento della piazza.

Tutti luoghi riconvertiti in una struttura dalla forte contemporaneità, su progetto firmato per l’interior design da Paola Navone, e per il restauro dai fiorentini di GLA - Genius Loci Architettura. La reception si raggiunge attraversando la bottega alimentare dell’hotel e superando un romantico quanto inaspettato corner traboccante di bottiglie, da riempire con delle lettere da scrivere a mano e “consegnare” infine alle acque dell’Arno. Al 25Hours, prenotando le stanze di categoria più alta, si dispone per tutto il soggiorno di una robusta bici per muoversi in città autonomamente durante la vacanza.

Tra le cose da fare, soprattutto ora che si è in primavera, ci sono le visite gratuite per ammirare lo spettacolo delle fioriture. Le offrono il Giardino dell’Iris di piazzale Michelangelo, dove variopinti esemplari floreali sono all’apice del loro splendore e, ancora, nel vicino viale Giuseppe Poggi, il Giardino delle rose, con la sua collezione di oltre 350 specie, una bella vista panoramica della città e 11 sculture del grande artista belga Jean-Michel Folon.

La Firenze “en plein air” si apprezza al meglio a soli tre chilometri e mezzo dal centro, nei 50 ettari di “botanic garden” della Fattoria di Maiano, dove si produce un eccellente olio Laudemio certificato biologico. In questa oasi urbana a Fiesole, ci si rifugia nella natura per fare picnic e avvistamenti di animali selvatici, ma anche per conoscere da vicino gli asini e magari spazzolarli con “brusca e striglia”. Nel cuore del parco, in una scenografica e storica cava di pietra serena con laghetto, un’antica torre è invece l’alcova per romantici soggiorni.

Un luogo apprezzato al tempo dalla Regina Vittoria, la sovrana britannica che, in visita a Maiano, riprodusse questo angolo di quiete con un acquerello che divenne poi la copertina del giornale “London News” del 6 maggio 1893. Rigenerarsi a Firenze, ma all’insegna del wellness olistico, è l’esperienza da vivere nella elegante spa del Four Seasons Hotel, indirizzo di pregio ospitato a Palazzo della Gherardesca, la sontuosa residenza rinascimentale con parco privato (in passato un giardino botanico inaccessibile al pubblico) appartenuta per cinque secoli alla illustre famiglia nobiliare fiorentina e divenuta nel 2008, insieme all’edificio del XVI secolo Il Conventino, il celebre Four Seasons Hotel di Borgo Pinti, con l’interior design a cura del francese Pierre Yves Rochon.

Qui, il soggiorno “da mille e una notte” all’insegna del comfort e del lusso che si innova, è impreziosito dall’offerta di miracolosi trattamenti beauty o sublimi massaggi. Per un vero e proprio elisir di giovinezza, vale la pena provare il rituale “Gold Perfection”, con i prodotti di bellezza per il viso di ultima generazione 24K Gold di Black Pearl. Spiega Lucia Papalini, Spa Director: «Sono due anni che indossiamo mascherine protettive sottoponendo la pelle del viso a un forte stress e all’insorgenza della cosiddetta “maskne”, acne dovuta proprio all’utilizzo di tale indumento protettivo. Pensiamo quindi che questo sia il momento ideale per prendersi cura della propria pelle donandole nuova vita, agendo sulle piccole rughe, sulle imperfezioni e nutrendola profondamente”».

Stanza Inferno del 25Hours Hotel (credits Laura Fantacuzzi e Maxime Galati)

3. Firenze da mangiare tra botteghe chic, location romantiche e osterie stellate glamour

Al riparo dal caos del centro, Dolce Emporio di Borgo San Frediano oltre l’Arno, è una raffinata bottega enogastronomica, per deliziarsi con squisiti foie gras di produzione propria aromatizzati con nespole e mandarini canditi, ma anche con zenzero e pepi profumati. Dall’altra parte della città, in via Carducci, la pausa golosa rilassante e di qualità è da Ditta Artigianale, nata nel 2013 (e moltiplicatasi in altre zone) per far conoscere il mondo del caffè specialty con i suoi affascinanti rituali di preparazione e i suoi chicchi di assoluta eccellenza.

Lo stile “industrial chic” degli ambienti che ospitano anche la prima accademia in Europa dedicata alla celebre bevanda nera, si mescola con le atmosfere contemplative del chiostro con tavoli (il locale si trova nell’ex monastero di Sant’Ambrogio), dove vanno per la maggiore colorate insalate di stagione, sandwich “veg” e l’iconico panino con l’hamburger della Ditta. Chi pernotta al 25Hours Hotel, dopo un drink nel suo Companion Cocktail Bar, raggiunge agevolmente a piedi e in poco tempo il boutique hotel The Place Firenze, per una cena nel suo dehors con vista privilegiata sulla chiesa di Santa Maria Novella, mentre la piazza è animata dalla vivacità più autentica dei fiorentini di passaggio. La tavola si accende di romanticismo a La Ménagère 1896, uno storico negozio di ricercati casalinghi riadattato a speciale ristorante e cocktail bar, tra fiori, complementi d’arredo e squisite dolcezze in vendita.

È Nicholas Duonnolo il talentuoso chef che conquista i palati con la sua cucina evolutiva a filiera corta (i lievitati e la pasta sono “home made”, le erbe aromatiche si coltivano in terreni idroponici direttamente in cucina). Nel menu, il Ceviche e i Poke si alternano alle ricette della tradizione italiana, come i Ravioli con farina di grano saraceno, melanzane, robiola, capuliato e fiori e cime di rapa, o il Petto di faraona con funghi, scalogni glassati e salsa di patate e caffè. I drink più iconici della città sono, invece, il Vintage Negroni del Four Seasons Hotel, con Edoardo Sandri che ripropone la ricetta originale del cocktail nato a Firenze oltre un secolo fa, ma con l’aggiunta di un liquore all’arancia toscano (apprezzato anche dalle donne), e il Mémoire di Negroni della barlady Martina Bonci. È il signature dal colore indaco (naturale del Butterfly Flower), creato in omaggio alla città dal bancone di Gucci Giardino 25, il café & cocktail bar della Maison aperto a piazza della Signoria con un nome che include un numero significativo per il Direttore creativo Alessandro Michele e che ricorre, infatti, nelle sue realizzazioni. La serata prosegue lì accanto, nel ristorante più cool e ambito di Firenze: Gucci Osteria da Massimo Bottura. L’ambiente giovanile, gli arredi glamour e il servizio impeccabile rendono ancora più speciale l’esperienza enogastronomica, all’insegna di una cucina contemporanea, creativa, innovativa, seducente e giocosa.

La filosofia culinaria del “fine dining” della Maison, una stella Michelin dal 2020, è espressione dell’Executive chef messicana Karime Lopez, alla guida del ristorante fin dall’apertura, e del giapponese Kondo “Taka” Takahiko, in passato Head Sous Chef del ristorante 3 stelle Michelin “Osteria Francescana” di Bottura a Modena.

La coppia (anche nella vita) ha ideato, tra gli altri, il menu degustazione “Vieni in Italia con noi”, un mosaico di divine prelibatezze che spaziano tra una Tostada di mais viola con palamita dell’Adriatico presentata come un’opera d’arte, un avvolgente Chawanmushi con asparago, scampo del Tirreno ed erbe (piatto “Think Green”) e un inno all’Estate versiliana a base di Merluzzo e profumi del Mediterraneo. Immancabile, da ristorante fiorentino doc, è la Tagliata di Chianina, proposta però con un inaspettato caviale accanto. Dulcis in fundo, arriva il dessert, sorprendente anch’esso: Mozzarella di Bufala, pomodoro, basilico e fragola. Lo stupore accompagna fino all’ultima portata, il Compromesso storico, ovvero i celebri Tortellini alla crema di parmigiano di Bottura, abbinati al curioso Lambrusco “Sgurgheghel”, in omaggio alla maschera di Carnevale simbolo di Modena.

La Ménagère 1896 (credits Mattia Aquila)

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