Cambiano i tempi, le abitudini, le esigenze e, nell'era del Covid-19, arrivano delle novità interessanti e, soprattutto, dal tocco futuristico a partire dal Giappone. Tokyo, propone dunque un alternativo concetto di ospitalità in albergo presentando Lovot, esempio di intelligenza artificiale prestata all’accoglienza. Stupisce gli ospiti dell’Hotel New Otani, richiamando così qualche turista curioso che riesce ancora a spostarsi in questi mesi di grandi limitazioni nei viaggi.
Chi è Lovot, il robot dell’albergo
Lovot, grazie alla tecnologia Emotional Robotics™, aumenta la capacità dell’uomo di affezionarsi a lui e sviluppare empatia. Gli inventori dell’azienda GROOVE X, insomma, hanno cercato di fare in modo che si creasse un legame speciale con gli ospiti e, infatti, basta avvicinarsi per percepire relax e benessere. LOVOT è in grado di reagire allo stato d’animo di chi lo circonda e rispondere con gioia o conforto, nonostante non sia un essere umano. Ecco perché l’hotel ha deciso di stringere una collaborazione con l’azienda nipponica di intelligenza artificiale e creare insieme un pacchetto Family Stay Plan che include la presenza del robot in alcune camere per i clienti che ne faranno richiesta.
Altre novità a Tokyo
In città, tra l’altro, c’è fermento per una nuova creazione in arrivo che sarà in grado di modificare l’attuale skyline. Il progetto prevede, infatti, la costruzione del più alto edificio di tutto lo stato del Sol Levante realizzato in legno i cui lavori inizieranno nel 2023 e sarà portato a compimento nel 2025. Se ne occuperanno la Mitsui Fudosan e Takenaka Corporation e l’iniziativa sarà green oriented con la realizzazione di un palazzo con 17 piani, alto ben 70 metri e con una superficie di 26 mila metri quadrati. Le aziende sono in prima linea nella protezione delle foreste e per l’uso efficace del legname; proprio per questo si prevede l’utilizzo di legno proveniente solo da selezionate zone di proprietà come le foreste di Hokkaido, certificate SGEC. La struttura, già solo in fase di costruzione si pensa possa limitare del 20% le emissioni di CO2.
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