Vaticano, il rapporto choc sul cardinale pedofilo: «Ignorate tutte le denunce»

Vaticano, il rapporto choc sul cardinale pedofilo: «Ignorate tutte le denunce»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 11 Novembre 2020, 06:54 - Ultimo aggiornamento: 11:41

CITTÀ DEL VATICANO Il devastante dossier reso pubblico dal Vaticano sull'ex cardinale McCarrick punito a ottant'anni suonati da Papa Francesco due anni fa quando ormai nessuno poteva più far finta di niente sulle inchieste americane sugli abusi mette a nudo un sistema di controllo fragile, permeabile e sostanzialmente incapace di funzionare a ogni livello.

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POTERE
L'ex arcivescovo di Washington era talmente influente da permettersi di farla sempre franca. Chi sapeva taceva e le sue attività benefiche e diplomatiche lo mettevano al riparo da ogni critica, facendogli da scudo, riparandolo dalle voci malevole. Già sotto il pontificato di Benedetto XVI vigeva il divieto di farlo viaggiare e farlo partecipare a cerimonie pubbliche, ma McCarrick tirava dritto. Papa Francesco in un primo momento non fece nulla anche se l'allora Sostituto Becciu, si legge nel rapporto, lo mise sull'avviso chiedendogli un intervento. Solo nel 2018 Bergoglio si decise a passare alle maniere forti togliendo a Theodore McCarrick la porpora e riducendolo allo stato laicale. Da allora egli vive in un convento.
Strana parabola per un uomo che andava a pranzo con Obama, preparava il disgelo con Castro, faceva la spola con la Cina portando avanti il dossier della normalizzazione dei vescovi e, soprattutto, aveva una efficientissima rete di donors' per alimentare l'attività della Papal Foundation, una delle principali organizzazioni a sostegno dell'attività economica del pontefice.
Il dossier McCarrick è devastante: nelle oltre 400 pagine dimostra che vi furono vescovi, arcivescovi, cardinali e pontefici non in grado di esercitare l'autorità per bloccarlo o verificare se fossero vere oppure no le notizie sulle sue condotte sessuali.

L'allarme avrebbe dovuto suonare nei primi anni Novanta, quando McCarrick era in predicato per diventare vescovo di una piccola diocesi. Il primo passo della sua grande scalata al potere.


BUGIE
L'esame della documentazione d'archivio della Santa Sede si legge nel rapporto - non ha rivelato alcuna accusa quando era vescovo di Metuchen. Tuttavia, nel corso di una deposizione la mamma di un ragazzo che lo frequentava all'epoca ha ricordato di «aver scritto e spedito lettere anonime a membri della gerarchia ecclesiastica, esprimendo la propria angoscia relativamente alla condotta di McCarrick con minorenni». Le lettere non furono prese in considerazione.
Il cardinale si faceva chiamare zio Ted dai suoi ragazzi, quelli che poi la sera, quando gli capitava, portava a letto oppure nella sua villa al mare. Lo faceva anche con i seminaristi più giovani.
Nonostante le lettere anonime così come le cicliche segnalazioni non gli impedirono di scalare la via del successo, fino ad essere consacrato vescovo, nominato a Washington e, infine, creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 2001. Wojtyla si fidò sostanzialmente di una lettera scritta da McCarrick in cui gli assicurava che non aveva mai avuto rapporti sessuali con nessuno, tanto meno con dei ragazzini. In una deposizione il cardinale Re confermò che «Giovanni Paolo II credeva che le accuse di cattiva condotta sessuale contro importanti chierici fossero spesso false, così come questa».
Con l'arrivo di Francesco il caso si ripropose. Inizialmente il Papa non si mosse, aspettando che la giustizia americana potesse dimostrare che l'ex cardinale aveva avuto davvero rapporti con dei minori e non tanto con adulti. Faceva ancora fede la lettera scritta al suo predecessore.
Il dossier resta un pugno nello stomaco: mette in fila gli eventi e spiega le falle del sistema, evidenziando cosa (ancora) non funziona.

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