L'esempio di Joseph Ratzinger, la grande fede lo sorregge anche davanti alla soglia del mistero

L'esempio di Joseph Ratzinger, la grande fede lo sorregge anche davanti alla soglia del mistero
di Franca Giansoldati
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Venerdì 30 Dicembre 2022, 17:26 - Ultimo aggiornamento: 31 Dicembre, 11:23

 Sono ore difficilissime al capezzale dell'ultranovantenne Joseph Ratzinger, indebolito da una infezione renale che ha causato complicazioni ad una salute già resa fragile da serie patologie dovute all'età avanzata. La vista che ormai non c'è più, la voce ridotta ad un sussurro spesso incomprensibile, il flusso di energie ridotto al lumicino, quel respirare sempre più faticoso. Chi è riuscito a fendere il muro di protezione eretto in questi giorni dal segretario don Georg e dalle Memores, le laiche che lo accudiscono da anni, sintetizza il quadro generale con una parola: agonia. Nella stanza del Papa Emerito che rifiuta di essere ricoverato in ospedale, secondo il suo biografo Peter Sewald - è stata allestita dai medici una specie di infermeria, con tanto di ossigeno e altri strumenti da usare in caso di emergenze. Lì il tempo scorre in raccoglimento e si prega molto. L'atmosfera lungi dall'essere opprimente o cupa sembra piuttosto quella di un compimento verso un consapevole distacco terreno.


PRECARIETÀ


Ieri è stata celebrata la messa e lo stesso Ratzinger, dal suo letto, con una stola che gli è stata posta sulle spalle, ha concelebrato. Il bollettino medico diffuso ieri mattina dal Vaticano informava che era riuscito a superare la notte, che era vigile e lucido. Tutti sperano possa riprendersi presto benché questa opzione sia valutata dall'entourage carica di incertezze. Forse è anche per questo che Papa Francesco è tornato a rinnovare l'invito a pregare e accompagnarlo in queste ore difficili. Cosa che stanno facendo tutte le parrocchie di Roma, i monasteri benedettini, le comunità religiose. Oggi pomeriggio al Laterano il vescovo Guerino Di Tora celebrerà una messa per lui. Chi conosce bene il teologo Ratzinger racconta di un uomo pieno di fede, che non ha paura a varcare la porta del mistero. L'anno scorso - quando in Germania montava feroce la polemica ed era accusato di avere mal gestito un caso di pedofilia negli anni Ottanta in Baviera - dal Monastero Mater Ecclesiae in cui vive dal 2013, fu diffusa una lettera aperta in cui, in un passaggio, Ratzinger spiegava quali fossero le sue aspettative eterne filtrate dall'affidamento in Cristo: «Presto affronterò il giudice definitivo della mia vita. Anche se posso avere molti motivi di paura e nel guardare indietro alla mia lunga vita, ne sono felice, però, perché credo fermamente che il Signore non sia solo il giudice giusto, ma anche l'amico e il fratello che ha già sofferto Lui stesso i miei difetti ed è, quindi, come giudice, anche il mio avvocato. In vista dell'ora del giudizio, mi diventa evidente la grazia di essere cristiano. Essere cristiano mi dà conoscenza e, ancor di più, amicizia con il giudice della mia vita e mi permette di attraversare con fiducia la porta oscura della morte.

A questo proposito, continuo a ricordare ciò che Giovanni ci dice all'inizio dell'Apocalisse: vede il Figlio dell'uomo in tutta la sua grandezza e cade ai suoi piedi come morto. Tuttavia, Lui, mettendo la sua mano destra su di lui, gli dice: Non temere! Sono io».


IL REBUS


In attesa di capire l'evoluzione del quadro clinico di Benedetto XVI la macchina burocratica vaticana ha iniziato a valutare un autentico rebus: cosa fare in caso di morte di un Papa Emerito. Liturgisti, canonisti, addetti al protocollo e cerimonieri sono stati consultati in proposito poiché il funerale di un pontefice pensionato non è mai stata definito nel dettaglio non essendoci mai stato di recente un esempio da duplicare.

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Di conseguenza l'eventuale scomparsa di Ratzinger costituisce un unicum e servirà a creare una cornice di riferimento protocollare per i casi futuri. Il primo problema che sta sorgendo è stabilire a chi spetterà dare l'annuncio al mondo. Le norme in vigore stabiliscono che la morte di un Papa debba essere annunciata dal cardinale vicario della Diocesi di Roma, che in questo caso sarebbe il cardinale Angelo De Donatis. Tuttavia il Papa Emerito non rientra tecnicamente in questa fattispecie da quando ha dato le dimissioni nel 2013.


Gli interrogativi da chiarire sono diversi. Chi celebrerà il funerale? Dovrà essere esposto ai fedeli? Per quanto tempo? Come dovrà essere vestita la salma? Sono previste le autorità e il corpo diplomatico come fu, per esempio, per Giovanni Paolo II? Tuttavia la domanda numero uno è se i funerali saranno quelli che spettano ad un Papa o solo ad un vescovo emerito? Chi deciderà sarà Papa Francesco che ha avocato a sé ogni passaggio. Di sicuro sarà lui il primo Pontefice che in epoca moderna dovrà seppellire un predecessore in pensione. Segno dei tempi.

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