Papa Francesco torna a essere Patriarca d'Occidente, il titolo era stato abolito da Ratzinger

Papa Francesco torna a essere Patriarca d'Occidente, il titolo era stato abolito da Ratzinger
di Franca Giansoldati
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Giovedì 11 Aprile 2024, 18:34

Sorpresa: il Papa rispolvera il titolo di Patriarca dell'Occidente. Nell’Annuario pontificio del 2024 nella pagina contenente i titoli a lui attribuiti accanto a quello di Vescovo di Roma, compare infatti nuovamente la storica definizione che era stata cancellata da Benedetto XVI nel 2006. Ratzinger all'epoca decise di abolirlo perchè lo considerava obsoleto, spiegando che il titolo di «Patriarca d’Occidente» era stato adottato nell’anno 642 da Papa Teodoro I. Apparve definitivamente nell’Annuario Pontificio nel 1863. Anche se di certo non intendeva descrivere un territorio ecclesiastico o delle eventuali rivendicazioni la questione suscitò ugualmente dibattiti a livello ecumenico. Il titolo semmai rafforzava la speciale relazione del Vescovo di Roma alla giurisdizione della Chiesa latina. 

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La scelta di Papa Francesco di ripristinare il titolo di Patriarca d’Occidente viene spiegata da Fides e può essere «collegata alla sua insistenza sulla importanza della sinodalità, e alla sollecitudine ecumenica che spinge a guardare sempre ai primi secoli del cristianesimo, quando tra le Chiese non c’erano lacerazioni di carattere dogmatico».

Il titolo richiama anche l’esperienza del Primo Millennio cristiano, quando le cinque sedi della cristianità antica (Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme), pur nella differenza delle rispettive storie e dei diversi accenti spirituali, rivestivano un rilievo particolare per il vincolo che le univa alla Tradizione apostolica.

I rapporti di queste cinque sedi, nella comunione, apparivano strutturati nella prassi che gli studi di storia della Chiesa definiscono come “Pentarchia”. Alle cinque sedi veniva riconosciuta anche dai poteri imperiali una responsabilità condivisa «in ordine all'ortodossia della fede ed al governo della Chiesa universale». 

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In un momento storico segnato dal dilagare di conflitti che spingono «i popoli verso il baratro di una terza guerra mondiale», la sollecitudine ecumenica vede come occasione propizia l’approssimarsi del 17esimo centenario del Concilio di Nicea, che si svolse nel 325 dopo Cristo. Proprio nel 2025, anno del Giubileo, tutti i cristiani, tra le altre cose, celebreranno la Pasqua nello stesso giorno, domenica 20 aprile. 

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Nel 325 a Nicea si tenne il primo evento ecumenico della storia della cristianità, da cui scaturì una professione di fede condivisa che da 1700 anni rappresenta per i cristiani un elemento in cui identificarsi e trovare unità. ll concilio fu convocato dall’imperatore Costantino per dirimere una questione di tipo teologico: la cosiddetta questione ariana che metteva in dubbio la piena divinità del Figlio rispetto al Padre fino a considerarlo la prima delle creature, e dunque discuteva l’idea stessa di Dio e di salvezza. L’evento radunò un grande numero di vescovi, circa 300, quasi tutti della parte orientale dell’impero, anche se non mancò qualche rappresentante dell’occidente e persino di qualche regione non sottomessa a Roma.

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