Papa Francesco arriva a Malta ma pensa a Kiev: «Il futuro o sarà insieme non non sarà», poi critica Putin

Papa Francesco arriva a Malta ma pensa a Kiev: «Il futuro o sarà insieme non non sarà», poi critica Putin
di Franca Giansoldati
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Sabato 2 Aprile 2022, 12:50 - Ultimo aggiornamento: 15:16

Malta – Papa Francesco atterra a Malta ma il suo pensiero è rivolto a Kiev. «Non facciamo svanire il sogno della pace». Anche se non lo indica mai per nome e cognome, punta il dito contro Putin e si capisce benissimo che sta parlando di lui quando dice che  c'è «qualche potente tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalistici, che provoca e fomenta conflitti, ma la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro. Un futuro che, o sarà insieme, o non sarà».

La “guerra” fa capolino diverse volte nel suo discorso davanti agli ambasciatori e alle autorità maltesi. A loro confida le sue paure sulla possibilità di una «guerra fredda allargata» capace di soffocare la vita di «interi popoli e generazioni». Il futuro, ad oggi, per il Papa, resta incerto. 

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Francesco sta seriamente valutando di fare un viaggio in Ucraina. Ai giornalisti in volo, sull'aereo che lo sta portando a Malta, conferma che il progetto «è effettivamente sulla scrivania». Di più non vuole aggiungere e forse nemmeno può farlo in questo momento segnato com'è da una flebile trattativa diplomatica internazionale e dalle bombe russe che continuano a radere al suolo le città ucraine mietendo vittime su vittime. La posizione di Francesco si è fatta effettivamente delicata: pur avendo reiteratamente condannato la «guerra insensata» finora ha cercato di non chiudersi alle spalle i fili del dialogo personalmente costruito in questi anni con il presidente russo, tanto che ad oggi preferisce non esplicitare le responsabilità dirette di Mosca. Come ha fatto notare uno dei più acuti osservatori vaticani, Luis Badilla, direttore del sito para-vaticano Il Sismografo sino ad oggi «il Papa non ha mai usato le parole: Russia, Presidente Putin e paese aggressore». Naturalmente questo non significa la condivisione dell'aggressione russa, è chiaro che sta solo faticosamente cercando di mantenere aperta una finestra di azione dietro le quinte, per facilitare l'accidentato cammino della pace. E forse anche per non mettere in difficoltà la minoranza cattolica che vive in Russia.

L'ultimo capo di Stato che ha chiesto a Papa Francesco di intraprendere un viaggio a Kiev è stato il presidente polacco Andrej Duda, ricevuto ieri in Vaticano, con il quale si è soffermato a parlare della grande questione dell'immigrazione. In Polonia sono ospitati più di due milioni di ucraini. Il viaggio a Kiev potrebbe dunque includere un pacchetto comprensivo di una tappa polacca, paese in cui si è messa in moto subito una formidabile macchina di accoglienza per gli sfollati. La data del viaggio però dipenderà dal cessate il fuoco tra le parti e dagli sviluppi del negoziato, sperando che la guerra si concluda entro il 9 maggio. 

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Nel discorso alle autorità maltesi in un altro importante passaggio è stato tratteggiato il modo di governo del presidente Putin, specie quando è stata evocata la figura di Giorgio La Pira. «Le sue sono parole attuali, quanto ci serve una misura umana davanti all'aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una guerra fredda allargata che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni. Quell'infantilismo purtroppo non è sparito. Riemerge prepotentemente nelle seduzioni della autocrazia dei nuovi imperialismi, nella aggressività diffusa, nella incapacità di gettare ponti e di partire dai più poveri».

Il Papa afferma che è sempre l'indifferenza a spegnere il sogno di vivere assieme. Da Malta Francesco sembra parlare all'Europa intera quando sottolinea che alcuni paesi non possono sobbarcarsi l'intero problema nella indifferenza di altri. «Dal sud povero e popolato masse di persone si spostano verso il nord più ricco: è un dato di fatto, che non si può respingere con anacronistiche chiusure, perché non vi saranno prosperità e integrazione nell’isolamento. C’è poi da considerare lo spazio: l’allargamento dell’emergenza migratoria – pensiamo ai rifugiati dalla martoriata Ucraina – chiede risposte ampie e condivise. Non possono alcuni Paesi sobbarcarsi l’intero problema nell’indifferenza di altri! E non possono Paesi civili sancire per proprio interesse torbidi accordi con malviventi che schiavizzano le persone. Il Mediterraneo ha bisogno di corresponsabilità europea, per diventare nuovamente teatro di solidarietà e non essere l’avamposto di un tragico naufragio di civiltà». 

La visita maltese include anche una visita al santuario mariano di Gozo. Papa Francesco è apparso pieno di energie, di buon umore ma per la prima volta, a causa del dolore al ginocchio, è stato costretto ad usare il montacarichi per scendere dall'aereo e non le scalette. Sull'aereo, però, ha voluto ugualmente salutare uno per uno gli oltre 70 giornalisti e rispondere a diverse domande. 

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