Papa Francesco va a sorpresa in un centro per malati di Alzheimer ad abbracciare i pazienti

Papa Francesco va a sorpresa in un centro per malati di Alzheimer ad abbracciare i pazienti
Papa Francesco va a sorpresa in un centro per malati di Alzheimer ad abbracciare i pazienti
di Franca Giansoldati
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Venerdì 12 Aprile 2019, 17:42 - Ultimo aggiornamento: 17:44

Città del VaticanoPapa Francesco segna un’altra tappa a Roma per conoscere le sue aree di sofferenza. Dopo avere visitato strutture mediche, case famiglia, centri migranti, questo pomeriggio, in una nuova iniziativa per i suoi «Venerdì della Misericordia», in compagnia di monsignor Rino Fisichella è andato a visitare un centro per malati di Alzheimer. Si tratta del Villaggio Emanuele alla Bufalotta, nella periferia nord della Capitale, scegliendo una struttura che sorge all'interno del Parco delle Sabine e che è organizzata come un vero e proprio villaggio, che consente agli ospiti di vivere in condizioni di normalità, riproducendo tanti piccoli aspetti della vita quotidiana, necessari a chi vive questa difficile patologia per creare e mantenere un ponte di comunicazione con l'esterno, promuovendo la socializzazione e l'inclusione.

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Il centro è intitolato al suo fondatore, Emmanuele Emanuele, presidente onorario della Fondazione Roma, che si è prodigato per ricercare una soluzione innovativa per l'assistenza residenziale alle persone colpite da Alzheimer. Al suo arrivo, il Papa è stato accolto con stupore dai residenti e dal personale, ha salutato tutti i presenti, scambiando con ciascuno di loro alcune parole di conforto.

La presenza del Papa è stata vissuta da tutti come un dono e un momento di gioia. «Il Papa ha voluto rivolgere la sua attenzione alle condizioni di esclusione e di solitudine che una malattia come il morbo di Alzheimer rischia di generare nelle persone lasciate spesso sole dalla società, creando nei familiari un forte disorientamento, disagio e sofferenza. Il progressivo aumento delle aspettative di vita richiama anche una maggiore consapevolezza e rispetto delle necessità e della dignità di chi vive su di sé questa malattia e di chi si trova accanto al malato».
 

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