L'ottantasettenne Papa Francesco ha deciso di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ad un anno dalla morte del predecessore fa capire come attorno a Joseph Ratzinger si fosse creato una sorta di cerchio magico che di fatto era in grado di controllarlo a vista. «Era tenuto quasi in custodia nell'ultimo periodo della sua vita. Non dico prigioniero o incarcerato, ma come se fosse custodito».
Al punto che se Benedetto XVI desiderava telefonare, per esempio, al suo primo ex segretario, monsignor Josef Clemens, poteva farlo solo se nella stanza non era presente don Georg Gaenswein. Senza girare troppo attorno alla questione ha anche aggiunto: «Mi ha fatto male che Benedetto sia stato usato».CRITICHE
Il libro-intervista «El sucesor» (Il successore) scritto con il giornalista spagnolo Javier Martinez-Brocal in diversi passaggi offre uno spaccato ben poco evangelico, evidentemente marcato dall'animosità di opposte tifoserie pronte a intromettersi e manovrare. In un altro passaggio poi viene descritto quando al monastero Mater Ecclesiae arrivavano cardinali e vescovi a lamentarsi per le «eresie» di Bergoglio.
I DUE PAPI
Che non sia mai stata una convivenza facile quella dei due Papi era intuibile anche se - a onor del vero - nei dieci anni di coabitazione forzata il rapporto personale tra i due è sempre stato improntato da fraternità e amabilità reciproca. Ma i nodi, in diversi momenti, erano destinati ciclicamente a venire al pettine e forse non è un caso che Gaesnwein fu defenestrato privo di ogni incarico curiale. «Restai scioccato e senza parole» disse don Georg, spedito poi in Germania senza una collocazione precisa. Tanto che ancora oggi è alla ricerca di una sistemazione in attesa di qualche ripensamento da parte di Francesco.
Con la morte di Benedetto XVI si è certamente aperta una nuova fase del pontificato attuale, libera ormai da una presenza ingombrante e autorevolissima. Papa Bergoglio di fatto sta accelerando le riforme senza temere le fronde interne che all'epoca trovavano riferimenti al Monastero. Persino il convento nel quale ha vissuto Ratzinger nel frattempo è stato ristrutturato e dall'Argentina sono state chiamate alcune suore con il compito di pregare per l'unità della Chiesa.
FUNERALE
Altre frecciate, da parte di Papa Francesco, sono andate alla gestione dei funerali dell'Emerito, con veglie notturne di folle in preghiera davanti alla salma del defunto adagiato su un catafalco a San Pietro. In quei giorni in tutt'Italia le bandiere erano a mezz'asta in segno di rispetto ma non in Vaticano. Bergoglio il suo funerale se lo immagina totalmente diverso, più semplice, normale, per esempio senza veglie e con il suo corpo direttamente nella bara. Anticipa che sta rivedendo il rituale funebre eliminando particolari ridondanti. «I Papi devono essere velati e sepolti come qualsiasi figlio della Chiesa. Con dignità, come qualsiasi cristiano, e non sopra cuscini. Quando sarà finito mi porteranno a Santa Maria Maggiore. Ho molta devozione per quella basilica già prima di essere Papa. Lì è già tutto pronto». L'Esquilino, ha ricordato, è l'area in cui venivano sepolti gli schiavi e i poveri.