Straziante supplica della Chiesa ortodossa ucraina al Patriarca Kirill: «Chiedi a Putin di fermare le bombe»

Straziante supplica della Chiesa ortodossa ucraina al Patriarca Kirill: «Chiedi a Putin di fermare le bombe»
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Mercoledì 2 Marzo 2022, 14:27 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 10:34

E' un appello straziante e al tempo stesso estremo quello che la Chiesa ortodossa ucraina ha rivolto oggi al Patriarcato di Mosca dal quale si è staccata - con uno scisma - tre anni fa. Si tratta di una supplica che mettendo da parte le fratture interne al mondo ortodosso fa leva sulla medesima radice cristiana, basata sul Vangelo e su Cristo, per chiedere di fermare il massacro di civili. «Consapevoli della speciale responsabilità spirituale, ci rivolgiamo oggi a Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutte le Russie: Sua Santità! Ti chiediamo di intensificare le nostre preghiere per il popolo ucraino che soffre da tempo, di pronunciare la tua parola di sommo sacerdote per fermare lo spargimento di sangue fratricida sul suolo ucraino e di chiedere al leader della Federazione Russa di fermare immediatamente le ostilità, che già minacciano di trasformarsi in una guerra mondiale».

La supplica è stata postata in ucraino e in russo sul sito del Patriarcato ortodosso ucraino.

Si parla dei bombardamenti e dei combattimenti tra le truppe della Federazione Russa con la minaccia delle armi nucleari mettendo così «in forte discussione l'esistenza futura dell'umanità e del mondo in generale».

Si fa poi riferimento al Vangelo di Giovanni («Non è possibile un amore più grande di quello che si dà la vita per il prossimo») e si ripete che Chiesa ortodossa ucraina sostiene la sovranità statale e l'integrità territoriale del paese. «Condividiamo pienamente il dolore e la sofferenza del nostro popolo. In questi giorni importanti in tutte le chiese e monasteri si offre assistenza completa ai rifugiati e a tutti coloro che hanno sofferto a causa dei combattimenti. Le nostre chiese sono aperte 24 ore su 24 per chi ha bisogno di protezione dai bombardamenti. Ogni giorno la Chiesa ortodossa ucraina espande la sua missione per aiutare tutti i bisognosi».

L’escalation militare tra Russia e Ucraina, per uno strano caso del destino, ha di fatto coinciso con gli ultimi passaggi dello scisma che  la nascita definitiva di una chiesa nazionale ortodossa sostenuta dal governo di Kiev,  distaccata ed indipendente dal Patriarcato di Mosca. Uno strappo in ambito religioso maturato nel tempo ma ampiamente incoraggiato dal governo di Kiev. Anche in questo caso è solo l’ultimo tassello di  una crisi che covava sotto la cenere ed esplosa dopo che il Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo aveva benedetto l’autonomia della Chiesa separatista ucraina per sottrarla alla influenza della Russia.

Quattro anni fa il Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli (da sempre in rotta di collisione con Mosca) aveva abolito un decreto risalente al 1686, annunciando la creazione di una missione a Kiev, e di fatto riabilitando automaticamente i leader delle chiese ribelli ucraine. Il Sinodo del Patriarcato di Mosca aveva risposto picche, tagliando i (pochi) legami con Costantinopoli.

In quel periodo il Parlamento ucraino stava proseguendo il cammino avvicinamento  alla Nato e all’Europa apportando alcune modifiche costituzionali.  Nessuno può affermare con certezza che sia stata la politica a far partire le spinte autonomiste in campo religioso, tuttavia agli osservatori non era sfuggito che l’autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina poteva essere una mossa politica contemplata dalle autorità di Kiev. 

La dichiarazione della nascita di una chiesa nazionale prevedeva anche la riabilitazione del Patriarca Filarete, il ribelle che da decenni si oppone a Mosca e che proprio per questo era stato scomunicato dal patriarcato russo. 


In Vaticano lo scisma all'interno del mondo ortodosso resta fonte di difficoltà. Papa Francesco ha scelto la via della non intromissione in questioni non sue, e da allora ha sempre evitato ogni riferimento diretto al processo di autocefalia che era maturato tra Mosca e Kiev. 

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