Coronavirus, Papa Francesco: «Pregate per chi ci governa e deve prendere le decisioni sulla pandemia»

Coronavirus, Papa Francesco: «Pregate per chi ci governa e deve prendere le decisioni sulla pandemia»
di Franca Giansoldati
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Giovedì 12 Marzo 2020, 07:45

Città del Vaticano – Papa Francesco chiede ai cattolici una preghiera speciale per il presidente del Consiglio Conte, per i ministri del suo governo e per i Governatori delle Regioni d'Italia. «Tante volte l'autorità si sente sola, a volte non sente capita. Preghiamo quindi per i nostri governanti che devono prendere la decisione su queste misure per contenere la pandemia. Che si possano sentire accompagnati dall preghiera del popolo». Sono le prime parole che il pontefice pronuncia alla messa celebrata stamattina alle 7 – e trasmessa in streaming sul sito della Santa Sede – nella cappella di Santa Marta dove non ci sono che lui, le poche suore che lo accudiscono e alcuni sacerdoti che lo accompagnano nella lettura del Vangelo. «In questo momento di pandemia penso ai familiari, ai malati, ai genitori con i bambini a casa. Ma soprattutto stamattina vorrei chiedervi di pregare per le autorità che devono decidere e tante volte si sentono sole». 

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Durante l'omelia il Papa, prendendo spunto dal brano di Lazzaro, denuncia la troppa indifferenza anche se circolano tante informazioni sui drammi vicini e lontani. «Non riusciamo a commuoverci del dramma degli altri (...) è il dramma dell'informazione che non scende al cuore. Questo succede anche a noi. Conosciamo tante situazioni perchè le abbiamo viste nei tg oppure sui giornali. Conosciamo, per esempio, quanti bambini non hanno le medicine necessarie o quanti non possono andare a scuola. Queste informazioni però non scendono nel nostro cuore e c'è un distacco (..) è l'abisso della indifferenza». 

«Quanto sono andato a Lampedusa mi è venuto da dire che esiste la globalizzazione della indifferenza. Noi a Roma siamo preoccupati per i negozi che sono chiusi, siamo preoccupati per fare la passeggiata, per le cose proprie e dimentichiamo  i bambini affamati, la povera gente che è nei confini dei paesi cercando la libertà, migranti forzati che fuggono dalla fame e dalla guerra e solo trovano un muro. Un muro fatto di ferro, un filo spinato, che non li lascia passare. Sappiamo che esiste questo dramma ma ancora non basta. Viviamo nella indifferenza. Il nostro dramma è di essere bene informati ma non sentire la realtà altrui. E questo è l'abisso della indifferenza». 

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