Germania, aria di scisma. Il sondaggio: una persona su 4 pronta a lasciare la Chiesa

Germania, aria di scisma. Il sondaggio: una persona su 4 pronta a lasciare la Chiesa
Germania, aria di scisma. Il sondaggio: una persona su 4 pronta a lasciare la Chiesa
di Franca Giansoldati
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Lunedì 29 Marzo 2021, 20:56 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 16:10

Città del Vaticano - Dilaga in tutta Europa la protesta strisciante contro il Vaticano per il divieto di benedire le coppie gay, anche se il problema maggiore (e plateale), relativo a un dissenso crescente resta circoscritto alla Germania. Lì, nella patria di Lutero, lo scontento sta producendo smottamenti significativi. Sia da parte di alcuni vescovi ormai apertamente disobbedienti, sia da parte dei fedeli.

Un sondaggio ha mostrato una massiccia perdita di credibilità della Chiesa cattolica: un cattolico su quattro sta pensando di lasciare la Chiesa.

A questo si aggiugono 7 persone su 10 che ritengono il celibato obbligatorio "fuori moda". Sono numeri molto alti che hanno spaventato i vescovi tedeschi alle prese da due anni con un percorso di riforme radicali, condotto in autonomia rispetto a Roma. Le ragioni citate per l'abbandono sono state la «gestione non trasparente sugli abusi» pari al 39 per cento, «certe idee della chiesa sulla moralità e la società, compreso la benedizione per i gay» (38 per cento), lo «spreco delle risorse» (30 per cento).

Un vescovo tedesco, Helmut Dieser ha definito il "no" di Roma alla benedizione delle unioni omosessuali un atto che gli causa «fastidio e irritazione». Mai nessun vescovo si era spinto pubblicamente a tanto. 

La vicepresidente della Federazione delle donne cattoliche tedesche (KDFB) Birgit Mock è andata oltre: ha definito la dichiarazione di Roma incompatibile con «l'immagine di uomo e di Dio» e ha chiesto - come ha già fatto il vescovo Georg Bätzing (presidente della conferenza episcopale) – il bisogno di una presa di posizione chiara e netta dai precedenti insegnamenti della Chiesa. Insomma, la disobbedienza da Roma.

Nel frattempo la raccolta di firme di religiosi, parroci, monaci, suore dissenzienti ha già raggiunto le 2.600 firme. Naturalmente tutti a favore di una benedizione delle unioni omosessuali.

La lista delle firme è stata presentata nei giorni scorsi sotto le bandiere del movimento LGBT da due sacerdoti impegnati nel movimento: Padre Burkhard Hose e padre Bend Mönkebüscher.

A questo si sono aggiunte le spinte di alcuni vescovi, tra cui quello di Mainz, Kohlgraf, disposti a chiedere a Roma di cambiare il Catechismo della Chiesa cattolica nella parte che riguarda gli omosessuali poiché per la dottrina l'inclinazione omosessuale prevede che sia vissuta in modo casto, mentre a loro parere la Chiesa dovrebbe modificare la dottrina e permettere anche ai gay di vivere in modo pieno la propria sessualità.

La Congregazione per la Dottrina della Fede aveva già dichiarato nel 2003: «Secondo l'insegnamento della Chiesa, il rispetto delle persone omosessuali non può in alcun modo portare all'approvazione di comportamenti omosessuali o al riconoscimento legale di unioni omosessuali».

Anche in Italia un parroco ligure si è ribellato: «ha provocato tanto dolore tra le persone Lgbt della comunità cattolica e anche in me". A Bonassola,  al termine della celebrazione delle Palme, ha raccontato ai fedeli di essersi commosso davanti a tante famiglie gay cheda tempo vivono assieme. "Mi è sembrato giusto schierarmi accanto alle persone omosessuali. Per abbracciare la loro sofferenza che è anche la mia. Per Gesù vengono prima le persone ma quando ho sentito quelle parole così dure ho pensato si dovesse fare qualcosa».

Il gesto di don Giulio vuole essere anche un monito alla Chiesa: «Lo ho fatto per amore alla Chiesa perché non sono le persone omosessuali a rimetterci perché loro sono benedette da Dio. Chi ci rimette è la Chiesa. Come non accorgersene»

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