Virus, dodici morti e ospedali senza più posti-letto
L'esperto Tosi: «Umbria in piena terza ondata»

Virus, dodici morti e ospedali senza più posti-letto L'esperto Tosi: «Umbria in piena terza ondata»
di Fabio Nucci
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Sabato 13 Febbraio 2021, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 12:27

PERUGIA L’andamento della curva epidemica resta crescente con i picchi di novembre superati almeno rispetto alle ospedalizzazioni. Gli 84 degenti Covid nelle terapie intensive regionali segnano un nuovo record con altri 7 ingressi giornalieri, 52 in una settimana. Anche la frequenza dei decessi, ieri altri 12, avvicina febbraio alla situazione di novembre, mentre nuovi contagi, ieri quasi 500, e attualmente positivi, ormai prossimi a 8mila, continuano a salire. «Pesano l’effetto delle varianti e il ritorno alla normalità dopo le festività natalizie», osserva Davide Tosi, docente all’Università degli studi dell’Insubria e professore aggiunto della Bocconi, esperto di big data e analisi dati. Eppure i dati di Google Mobility per l’Umbria rivelano un andamento in linea con la media nazionale. Ma il +13% verso le zone residenziali potrebbe essere stato terreno fertile per il proliferare del virus mutato.
Un’altra giornata “nera” sul versante epidemiologico coi numeri Covid che testimoniano di un virus quasi inarrestabile con 494 nuovi casi e il dato settimanale che dopo tre giorni di discesa, è tornato a salire, con 2.570 infezioni negli ultimi sette giorni. In crescita anche l’incidenza delle diagnosi sui tamponi processati con test molecolare (4.047 oltre 3.846 antigenici), tornata vicina al 10% considerando il dato aggregato settimanale. «I dati regionali, sia come numeri assoluti che come curve di crescita, sono abbastanza importanti», osserva Tosi. «L’Umbria è nel pieno della terza ondata, avendo superato non tanto a livello di contagi, quanto di ospedalizzazioni il picco della seconda ondata. È inoltre la regione con l’occupazione più alta di terapie intensive (al 65%) e il trend di crescita è abbastanza ripido. Non è l’unica regione che sta andando così: mentre il dato nazionale e delle grandi regioni rivela una stabilizzazione di contagi, con lieve discesa di decessi e ospedalizzazioni, ci sono regioni medie e piccole che hanno un andamento simile a quello dell’Umbria. La cui situazione potrebbe essere legata alle varianti che hanno attecchito l’area della provincia di Perugia anche se per ora non ci sono evidenze ufficiali (specie rispetto alla brasiliana, ndr)». Un aspetto che potrebbe evidenziare l’effetto varianti è l’analisi degli spostamenti di gennaio elaborata da Google Mobility che rivela frequentazioni dimezzate nel comparto retail e tempo libero, -39% nelle stazioni del traporto pubblico e nei parchi, -29% nei luoghi di lavoro e c’è stata una frequentazione ridotta (-17%) anche di supermercati e farmacie. Rispetto ai picchi di fine dicembre e inizio gennaio, si è ridotta al +13% la concentrazione nelle zone residenziali. Ma proprio questa maggior frequentazione di luoghi chiusi potrebbe aver alimentato la diffusione del virus mutato.
Anche l’indice Rt calcolato dal team di esperti del professor Tosi col metodo Time-Dependent rispecchia l’andamento epidemico regionale. «Il dato umbro ha un trend in lieve crescita, leggermente sopra soglia 1, ma non è variato di molto nelle ultime settimane, caratterizzate da una crescita continua ma lineare dei contagi». Difficile però fare previsioni. «Ci sono molte variabili in gioco: varianti, vaccini, scuole. L’introduzione della zona rossa avrà effetti benefici nel giro di 10-14 giorni e nel frattempo il trend della curva resterà crescente. È evidente che col ritorno a una zona gialla c’è stato un ritorno alla normalità molto forte, la mobilità è tornata alta nelle aree lavorative, nei parchi e nei retail come indica Google mobility, pur trattandosi di un dato in linea con quello nazionale».
Nel bilancio Covid di ieri anche altri 12 decessi: tre pazienti residenti a Terni, 2 a Perugia e altrettanti di fuori regione. Altri casi letali a Bastia, Corciano, Gubbio, Magione e Montecastrilli. Il virus aumenta la sua presenza a livello territoriale: salgono a 73 i comuni con una prevalenza sopra 200 casi attivi per 100mila abitanti, con l’incidenza elevata a Bevagna, Nocera, Torgiano, Bastia, Spello, San Giustino e Foligno.
Fabio Nucci

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