Il Covid rallenta, ma per gli esperti
ora rischio influenza: «Picco prima di Natale»

Il Covid rallenta, ma per gli esperti ora rischio influenza: «Picco prima di Natale»
di Fabio Nucci
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Giovedì 26 Novembre 2020, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 08:03

PERUGIA Il virus comincia ad allentare la presa grazie anche all’allargamento della forbice tra nuovi casi e guariti che sta trascinando verso il basso la curva degli attualmente positivi il cui totale dopo 18 giorni è tornato sotto quota 10mila. In frenata i dati ospedalieri, resta elevato il livello dei decessi: altri 8 quelli segnalati ieri, col dato settimanale in lieve calo. La guardia in ogni caso resta alta anche in virtù dell’incombere dell’influenza stagionale. «La curva del contagio sta scendendo, ma c’è bisogno della massima attenzione – ha dichiarato il commissario della Usl Umbria 2 Massimo De Fino nell’audizione in commissione comunale a Foligno – perché ancora non c’è il picco influenzale».
Il livello di rischio, specie in ottica servizi assistenziali, quindi resta alto. «Uno dei timori manifestati anche dagli epidemiologi dell’Università degli studi di Perugia – spiega De Fino – è che prima di Natale possa esserci un nuovo picco collegato anche con la sindrome influenzale. Si ritiene che la richiesta di posti di terapia intensiva prosegua con tale intensità fino a inizio dicembre e che intorno a febbraio/marzo ci possa essere un altro picco. Per questo attendiamo tutti il vaccino e stiamo già studiando come attivarci per soddisfare soprattutto le persone più fragili». I dati regionali dei ricoveri Covid, intanto, per il secondo giorno consecutivo si sono ridotti e ieri il totale segnava 432 degenti totali (-10), 70 dei quali (-2) in terapia intensiva. «Il dato dell’ultima settimana indica dai 12 ai 15 accessi Covid giornalieri – ha spiegato in commissione Rita Valecchi, direttrice sanitaria dell’ospedale di Foligno – ma dal 22 novembre è iniziato un decremento e si è passato a 9 accessi. Forse si sta arrivando a una stabilizzazione, ma il livello di rischio all’esterno è ancora elevato: c’è una massima diffusione virale con molti pazienti asintomatici positivi». I quali, come accaduto nei giorni scorsi, si ricoverano da negativi e dopo alcuni giorni in ospedale risultano positivi. «Se il primo tampone viene fatto nel periodo finestra – spiega la dottoressa Valecchi – può succedere che il paziente poi si positivizza, cosa successa a tre pazienti dell’area chirurgica».
Intanto, i numeri regionali del contagio continuano a ridursi e anche dallo screening arriva una risposta più contenuta in termini di infezioni. A fronte di 4.331 tamponi effettuati tra martedì e mercoledì mattina, sono stati certificati 386 positivi, con una positività dell’8,91%: dato che trascina verso il basso anche la media mobile settimanale, ora pari all’8,8%. Questo aspetto si accompagna all’impennata di guarigioni con altre 638 “liberati” nell’ultima giornata. «La curva tra soggetti positivi e guariti, la cui forbice era molto alta, oggi si sta invertendo – aggiunge De Fino - e dopo un periodo di 4-5 giorni di stabilità tende a diminuire, come i ricoveri ordinari e nelle Rsa». Ma sotto la lente restano i posti in rianimazione, di cui il sistema regionale ha un bisogno ricorrente. «Insieme a Rt – ricorda De Fino - un altro indice da tenere sotto controllo è la saturazione delle terapie intensive che non deve superare il 60%. Questo significa che dei 127 posti predisposti su indicazione del Ministero, 70-75 possono essere Covid: ma oggi tale obiettivo è stato superato visto che nella regione sono disponibili 135 posti di terapia intensiva, grazie anche ai 15 di Spoleto e agli 8 di Foligno». L’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, segnala che l’Umbria resta tra le 15 regioni che superano la soglia del 40% di occupazione di posti letto nei reparti di Medicina da parte di pazienti Covid. La Regione è inoltre tra le 17 oltre la soglia d’allarme per le terapie intensive, ma entrambi gli indicatori sono stabili rispetto a una settimana fa.
Quanto al contagio nei territori, scende l’incidenza media dei casi attivi per mille abitanti anche se i comuni con un indice sopra 10 restano 37. In vetta, con un tasso sopra 18, Bettona e Montone, mentre con 15,81 attualmente positivi ogni 1000 residenti, Trevi è entrata tra i primi cinque comuni, insieme a Paciano e Bastia Umbra. I pazienti deceduti nell’ultima giornata erano residenti fuori regione e a Terni (2), gli altri a Bastia, Gubbio, Marsciano e Montefalco.

 

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