Umbria zona rossa, a Terni interventi rimandati: la disperazione dei pazienti in lista d'attesa

Umbria zona rossa, a Terni interventi rimandati: la disperazione dei pazienti in lista d'attesa
di Aurora Provantini
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Mercoledì 10 Febbraio 2021, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 10:23

Sono in attesa di un intervento chirurgico per l'asportazione di un cancro al seno ed ho appena visto un comunicato della Regione Umbria sullo stop agli interventi non urgenti. La mia domanda è: hanno diramato un elenco degli interventi chirurgici ritenuti non urgenti? Fino a domani non riuscirò a parlare con l'oncologa che mi segue e sono nel panico”. Quella di Francesca non è stata la sola mail arrivata nella serata di lunedì al Messaggero.

A tanti pazienti con diagnosi di tumore non è chiaro se la loro patologia sia ritenuta “urgente” oppure no. Per questi è importante “liberarsi di quel nemico” il prima possibile.

Solo ieri pomeriggio è stato comunicato a Francesca che la sua operazione verrà riprogrammata.

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Così come quella di Mariangela, 59 anni, imprenditrice, già sottoposta ad asportazione di un seno a febbraio 2019. Mariangela scopre di avere un carcinoma mammario a dicembre 2018. Due mesi dopo si sottopone ad intervento chirurgico: “Quei due mesi sono stati i più lunghi della mia vita - racconta - il desiderio di eliminare “il male” che stava dentro di me mi toglieva il respiro. Dopo l’esito dell’esame istologico ho potuto iniziare le terapie preventive. Il secondo intervento, quello ricostruttivo, che di solito si fa ad un anno di distanza dal primo, salta quando scoppia la pandemia. Da marzo 2020 arrivo ad ottobre dello stesso anno.

L’andamento dei contagi fa slittare nuovamente tutto e arrivo a febbraio 2021. Avrei dovuto operarmi giovedì prossimo, invece mi chiama la caposala per dirmi che il mio intervento sarà ricalendarizzato. I miei nervi non reggono e scoppio in lacrime. Dieci giorni fa era stata proprio lei a comunicarmi la data dell’intervento. E’ rimasta male quando mi ha sentita piangere ma sono mesi che vivo sospesa tra la paura di contrarre il virus ed il terrore di una ripresa della malattia.” A Laura, 45 anni, maestra, viene diagnosticato un carcinoma ascendente sanguinante del colon e avrebbe dovuto sottoporsi ad emicolectomia destra il 12 febbraio. “Il mio intervento è stato differito” – dice a voce bassa, senza aggiungere altro. E’ spaventata. La risalita della curva dei contagi e la presenza di varianti (inglese e brasiliana), hanno imposto di adottare una serie di misure: con una lettera inviata ai direttori generali delle aziende ospedaliere, il commissario regionale per l’emergenza Covid Massimo D’Angelo e il direttore alla Salute della Regione Umbria Claudio Dario, hanno disposto “la sospensione delle attività chirurgiche, di ricovero programmate e delle attività ambulatoriali procrastinabili”.

Vengono garantiti soltanto gli interventi che non possono essere differiti, che rispondono cioè alla regola “se non operi, il paziente muore”. E’ il caso delle peritoniti, delle perforazioni intestinali, dell’insorgenza di un pneumotorace e di poco altro. Inoltre, è stato richiesto di chiudere tutti gli accessi agli ospedali consentendo l’ingresso solo dall’entrata principale con sorveglianza e triage, di sospendere le visite ai degenti e limitare l’accesso dei care-giver ai solo testati con tampone molecolare negativo. Il presidente dell’Ordine dei medici di Terni, Giuseppe Donzelli, spiega: “La violenza di diffusione del virus nel nostro territorio ha richiesto questo provvedimento, ma la direzione sanitaria ha assicurato che non saranno tralasciati i pazienti oncologici e che l’attività chirurgica ripartirà l’ultima settimana di febbraio”. 

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