Asporto, negozi e luoghi di culto: ecco cosa si può fare (e cosa no) fino al 3 dicembre

Asporto, negozi e luoghi di culto: ecco cosa si può fare (e cosa no) fino al 3 dicembre
di Egle Priolo
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Domenica 15 Novembre 2020, 10:56

PERUGIA - Dall'asporto al bar, alle cerimonie fino agli spostamenti (con obbligo di autocertificazione). La Regione Umbria mette ordine alle varie norme, tra Dpcm, ordinanze ministeriali e regionali, e prepara ancora una volta un utile specchietto su tutte le attività consentite e vietate in Umbria da quando è zona arancione a causa della pandemia. Dieci immagini dirette ed esplicative, per non avere dubbi su come comportarsi fino al 22 novembre (quando scade l'ordinanza della Regione) e in ogni caso fino al 3 dicembre (ultimo giorno, salvo proroghe, dell'ultimo decreto del presidente Giuseppe Conte).

Si parte dalle norme che regolano bar e ristoranti, ricordando come siano sospese le attività (compresi pub, gelaterie e pasticcerie), ma anche che è «consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie per confezionamento e trasporto, nonché ristorazione con asporto fino alle 22 (bevande comprese di qualsiasi gradazione) con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze».
Per quanto riguarda le attività commerciali, si deve assicurare la distanza di un metro tra le persone, gli ingressi dilazionato e «viene impedito di sostare all'interno più del tempo necessario agli acquisti». E se, a livello nazionale, nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali all'interno dei centri commerciali (a eccezione di farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, alimentari, tabacchi ed edicole), dopo la proroga dell'ordinanza della presidente Donatella Tesei fino al 22 novembre è vietata l'apertura domenicale di «esercizi commerciali di vicinato, medie e grandi superfici di vendita, alimentari e non. Sono chiusi centri commerciali, outlet, mall, attività commerciali esercitate su aree pubbliche, pubblici esercizi inseriti nei centri commerciali anche se dotati di accesso autonomo». Consentita l'apertura di banche, servizi finanziari, assicurativi e del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agroalimentare, comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi. Come per le strutture ricettivi, ovviamente, si devono rispettare i protocolli di sicurezza.
Restano chiusi sale giochi, sale scommesse, bingo e casinò, come sono sospesi spettacoli, attività in teatri, sale da concerto, cinema, sale da ballo, discoteche, insieme a mostre e servizi di apertura di musei e altri luoghi di cultura. Stop a sagre e fiere, così come restano vietate le feste nei luoghi al chiuso e all'aperto, comprese quelle conseguenti a cerimonie.
Nella lunga lista delle attività vietate, sospesi convegni, attività in centri culturali e associazioni. Per le riunioni «è fortemente raccomandato svolgere le riunioni private in modalità a distanza», mentre nei luoghi di culto l'accesso è consentito ma sempre con distanziamento ed evitando assembramenti, come nei parchi pubblici. Per strade e piazze – come già successo – può essere disposta la chiusura per alcune ore o addirittura per tutta la giornata se «si possono creare situazioni di assembramento».
Per le scuole, si ricorda come come l'attività del primo ciclo di istruzione e i servizi per l'infanzia si svolgono in presenza, mentre per medie e superiori (sempre fino al 22 novembre) è prevista la didattica a distanza.
E ancora, niente gare e competizioni, sospese le attività di palestre, piscine, centri benessere e termali (fatta eccezione per l'erogazione di prestazioni che rientrano nei livelli essenziali di assistenza), ma è consentita l'attività sportiva \\\ia all'aperto anche in «aree attrezzate nel rispetto della distanza tra le persone di almeno due metri».
La Regione, poi, ricorda «l'obbligo di mascherina al chiuso (tranne che in casa) e all'aperto (tranne dove possibile distanziamento da non conviventi)» e l'obbligo di rimanere in casa per chi ha infezioni respiratorie e febbre superiore ai 37,5 gradi.
Infine, gli spostamenti: vietati in entrata e uscita dall'Umbria se non per comprovate esigenze di lavoro, necessità o salute, come per gli spostamenti in comuni diversi «da quello di residenza, domicilio o abitazione».

Dalle 22 alle 5, tutti a casa, tranne che per le solite esigenze e in ogni caso è necessario munirsi dell'apposita autocertificazione, che si scarica anche dal sito del governo.

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