Maltrattamenti all'asilo: «Maestra,
che modi sono questi?»

Maltrattamenti all'asilo: «Maestra, che modi sono questi?»
di Enzo Beretta
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Lunedì 2 Dicembre 2019, 18:27
L'inchiesta contro la maestra dell'asilo comunale di Deruta agli arresti domiciliari con l'accusa di aver maltrattato due bambine «è scaturita dalla segnalazione trasmessa dalla Cooperativa Polis, aggiudicataria del contratto d'appalto per gestire alcuni servizi al nido, al sindaco del paese, il quale ha successivamente richiesto un incontro con il comandante della Compagnia di Todi». I passaggi vengono riportati nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari di Spoleto Federica Fortunati che venerdì mattina, alla presenza dell'avvocato Marco Brambatti, interrogherà l'insegnante valutando se prolungare la misura detentiva, imporre altri obblighi oppure farla tornare libera. La segnalazione finita agli atti dell'inchiesta riguarda episodi avvenuti durante l'anno scolastico 2018/2019, dunque l'anno scorso, capaci di «attirare l'attenzione» di un paio di «dipendenti della cooperativa che hanno notato dei comportamenti particolarmente aggressivi e inopportuni posti in essere, principalmente, dalla 61enne romana arrestata».

Una bidella - si legge - ha riferito di aver udito ad aprile «alcune educatrici insultare e minacciare i bambini pronunciando, tra le altre, la frase "adesso vengo lì e ti meno"». Un'altra volta la maestra indagata «ha trascinato brutalmente una bambina fuori da una stanza e l'ha fatta stendere con forza sul tappeto, facendole sbattere la testa a terra fino a farla piangere». Nel racconto della testimone viene spiegato che «la bambina (di tredici mesi, ndr) si è calmata grazie all'intervento» della bidella «la quale ha impedito che la situazione degenerasse». Sempre la bidella ha aggiunto «di essersi rivolta all'educatrice dicendole "Come si permette, signora, che modi sono questi?» ottenendo, come risposta, la frase «Vai di là e stai zitta»: «L'educatrice irritata lasciava la bambina sul tappeto e cercava di chiudere la porta in faccia alla bidella commentando ad alta voce "Adesso queste sono arrivate a insegnare a noi il mestiere».

Agli atti ci finiscono anche le dichiarazioni di una cuoca «che durante la somministrazione dei pasti ai bambini ha assistito più volte a diversi episodi molto spiacevoli soprattutto nei confronti dei bambini che hanno difficoltà nel mangiare». A fine maggio - si legge - «l'educatrice ha obbligato una bambina che non voleva mangiare le uova strapazzate a ingoiare per forza il pasto, addirittura spingendole con il dito il cibo in bocca. La bambina, piangendo, ha ingoiato parte del pasto ma poi alla fine ha finito per vomitare tutto». Racconta un altro episodio, «contro una bambina che non voleva mangiare l'insalata»: «Dopo che si era messa a piangere l'educatrice l'ha strattonata violentemente e l'ha trascinata in bagno fin quando non ha smesso di piangere. Spesso i bambini non finiscono di mangiare e vengono messi regolarmente e brutalmente in punizione, addirittura vengono lasciati soli in una stanza, il refettorio, ed isolati dagli altri bambini». 

La Procura di Spoleto contesta alla maestra indagata «le aggravanti di aver commesso il fatto con abuso dei poteri e/o in violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio (insegnante) e per aver posto in essere un delitto contro la persona ai danni di soggetti minori all'interno di un istituto scolastico e per aver commesso il delitto di maltrattamenti in presenza e in danno di minori di 18 anni». I reati contestati dalla magistratura inquirente vanno dal settembre 2018 alla fine di ottobre 2019. La maestra, sospesa dal servizio a due anni dalla pensione, attraverso il suo legale rivendica la correttezza del proprio operato.
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