«Da qui non esci vivo»: spedizione punitiva alla sagra, 10 ragazzi nei guai

«Da qui non esci vivo»: spedizione punitiva alla sagra, 10 ragazzi nei guai
di Enzo Beretta
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Mercoledì 20 Luglio 2022, 18:36

PERUGIA - La denuncia penale presentata dal 19enne di Città di Castello vittima, venerdì 8 luglio, di un violento pestaggio alla sagra paesana del Castrato a Promano, durante la quale è stato accerchiato e aggredito con calci e pugni che gli sono costati la frattura del naso e della mandibola, contiene i nomi di dieci persone.

Perché è stato picchiato in questa maniera, fino a mandarlo all’ospedale? «Non lo so - spiega ai magistrati della Procura della Repubblica attraverso la querela depositata dal suo legale, l’avvocato Eugenio Zaganelli -. Ancora non capisco il motivo dell’aggressione e di tanta ferocia contro di me, anche perché non ho infastidito né provocato nessuno». Tutto inizia, intorno alle 23.30, quando la persona offesa raggiunge la sagra del paese e viene centrato con una testata da un giovane straniero che pochi istanti più tardi, questa volta nella pista da ballo, gli sferra un pugno in faccia. Un colpo «forte», seguito dalle parole di un altro ragazzo: «Ti ammazzo, ti trito, ti meno, da qui non esci vivo…».

Intervengono i buttafuori per interrompere il parapiglia, il giovane vorrebbe andarsene a casa - sempre secondo la ricostruzione di parte contenuta nella denuncia - ma ecco che si avvicina un suo ex compagno di classe sussurrandogli che l’aggressore si è pentito e vorrebbe «chiedergli scusa per quanto accaduto poco prima».

Quello, «tranquillizzato anche per la presenza del suo ‘amico’», ci va, ma si ritrova davanti «un branco di 15/20 persone che iniziano a urlare» il suo nome: «Mi hanno accerchiato e aggredito - si legge nella querela - prendendomi a calci e pugni in varie parti del corpo». Un’imboscata, secondo il racconto, un’«aggressione selvaggia» che sembra non finire mai. «Quando il mio cliente è a terra viene colpito in maniera vigliacca con un fortissimo calcio in bocca che gli ha procurato definitivamente la rottura della mandibola - sono le parole di Zaganelli che ha ricevuto il racconto del 19enne -. E stando a quello che mi ha riferito quel paio di amici che hanno provato a intervenire in sua difesa sono stati minacciati con un coltello oppure presi a pugni. A uno è stato rotto lo zigomo con un cazzotto». Quando è arrivata l’ambulanza il giovane era stato lasciato «quasi esanime a terra in un lago di sangue». È partita, infatti, oltre che per lesioni gravissime e minacce aggravate, anche la denuncia per omissione di soccorso. Resta da comprendere - anche in questo le indagini aiuteranno - le ragioni dell’aggressione da parte di quello che Zaganelli ha definito il «gruppo punitivo».

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