Covid, la campagna dei vaccini rallenta: da 7500 a poco più di 5mila dosi al giorno

Covid, la campagna dei vaccini rallenta: da 7500 a poco più di 5mila dosi al giorno
di Fabio Nucci
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Mercoledì 16 Giugno 2021, 08:15

PERUGIA - Dopo le punte della scorsa settimana, chiusa con quasi 7.500 somministrazioni medie giornaliere, frenata della campagna vaccinale con poco più di 5mila iniezioni lunedì e circa 2.800 ieri in metà giornata. Questo nonostante oltre 35mila scorte che corrispondono a una capacità di utilizzo del 94% che fa scivolare l’Umbria in ottava posizione in Italia. Non è una questione legata ad Astrazeneca, come chiarito dal commissario regionale per l’emergenza Covid, Massimo D’Angelo. «Non ci sono stati casi eclatanti di rifiuto». È intanto anche la vaccinazione dei quarantenni è entrata a regime, con oltre 10mila vaccinati con prima dose negli ultimi giorni.
Considerando il “caso” Astrazeneca, in Umbria non ci sarebbe stata la temuta fuga dal preparato anglo-svedese con solo qualche caso "sporadico" di assistiti prenotati che non si sono presentati per ricevere le dosi, dopo le ultime raccomandazioni sul preparato. Lo ha ribadito parlando con l’Ansa, il commissario D’Angelo parlando di intervento della Regione sul fronte vaccini sempre appropriato. «Per questo non è stato necessario rimodulare in maniera significativa il piano vaccinale - ha spiegato - e non ci sono stati casi eclatanti di rifiuto di AstraZeneca. Solo qualcuno che non si è presentato». Il commissario ha inoltre rivendicato l’efficacia della campagna vaccinale nella regione. «La stiamo portando a termine e abbiamo protetto tutte le categorie più fragili. Siamo poi “zona bianca”, traguardo raggiunto operando con rigore». Secondo l’elaborazione di Lab24, su open data messi a disposizione dalla struttura commissariale nazionale, un umbro su due ha ricevuto la prima dose (50,6%), dato che colloca la regione al quarto posto. Considerando chi ha chiuso il ciclo vaccinale, 193.248 assistiti pari al 22,4%, però, il Cuore verde resta nelle retrovie, davanti solo a Campania e Sardegna. In Liguria, ad esempio, l’immunizzazione è arrivata al 28,3%.
Negli ultimi giorni, intanto, in anticipo pure rispetto alla tabella di marcia annunciata dalla Regione (il 16 giugno) la profilassi è entrata a regime anche per i quarantenni, con 10.593 somministrazioni negli ultimi sei giorni e mezzo e una copertura, rispetto alla prima dose, del 38,6%. La campagna prosegue al ritmo di oltre mille dosi al giorno per i cinquantenni che, considerando la percentuale di somministrazione rispetto ai residenti, pari al 71,6%, hanno “sorpassato” i sessantenni tra i quali invece c’è stato un rallentamento e la copertura è al momento al 69,7% per la prima dose al 30% per la seconda o unica somministrazione. In Umbria sono 15.095 gli assistiti che hanno ricevuto la monodose di vaccino, 178.153 la doppia dose, mentre 256.530 umbri hanno ricevuto solo una somministrazione, secondo l’ultimo aggiornamento degli open data.
LA CURVA
L’effetto dei vaccini, combinato col deciso rialzo delle temperature, sta intanto tenendo in basso la curva del contagio che ieri ha visto accumulare solo 21 nuovi contagi, 124 nell’ultima settimana, e un tasso di positività sui tamponi molecolari dello 0,88% e una media mobile di poco sopra l’1,10% come a fine agosto. Parallelamente, per il terzo giorno non si contano casi letali e i dati ospedalieri restano stabili, con 41 ricoveri ordinari e 5 degenti nelle terapie intensive (nessun nuovo ingresso). Considerando l’esiguo numero di guariti, 10, c’è una risalita degli attualmente positivi ora pari a 1.024. Di poco sotto al massimo registrato lo scorso marzo come fa notare il fisico sperimentale dell’UniPg, Luca Gammaitoni. «Siamo tutti più sollevati e un po’ più spensierati: l’epidemia evolve come previsto ed il numero dei positivi continua a calare con ritmo approssimativamente costante.

In realtà il numero degli attuali positivi in Umbria è uguale al massimo numero raggiunto durante la prima ondata: poco più di mille. Allora, perché lo scorso aprile eravamo molto preoccupati ed ora siamo molto spensierati? La risposta è semplice: perché oggi abbiamo i vaccini».

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