Virus, drammi nelle case: «Aiuto, liberatemi da mio marito»

Virus, drammi nelle case: «Aiuto, liberatemi da mio marito»
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Marzo 2020, 19:40 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 12:41
PERUGIA - State a casa. Necessario, ma tutt’altro che facile. Per tutti, figurarsi per chi è vittima di un marito violento. Per chi deve subire ogni ora, minacce fisiche e psicologiche. Per chi non ha modo nemmeno di prendere il telefono e chiedere aiuto. E se riesce a farlo, a suo totale rischio e pericolo. Sole contro i mariti orchi, con il coronavirus che costringe a vivere fianco a fianco con chi si teme di più al mondo. Con la persona una volta amata e dalla quale ora cercare scampo tra le mura di casa, perché l’esplosione dell’allerta Covid-19ha reso ancora piùun inferno la vita di famiglia e si è costretti a passare giornate intere fianco a fianco. «Liberatemi da mio marito». Una richiesta nella maggior parte dei casi sussurrata, chiuse un attimo in camera o in bagno, da donne vittimadiuna violenza cheinquestigiorni si fa ancora più pericolosa e opprimente. I centri anti violenza di Perugia e Terni fanno sapere come, nonostante le difficoltà a reperire tutti i presidiper la sicurezza degli operatori, l’attività continua senza sosta perché «l’emergenza sanitaria che ci costringe tutte e tutti in casa rappresenta per molte donne una situazione di pericolo, con l’aggravarsi delle violenze domestiche».

REATI IN FORTE CALO
ituazioni di pericolo di cui si ha coscienza anche in questura. Nel sottolineare infatti come in questi giorni di allerta coronavirus i reati di strada, tra i divieti e i tanti controlli, siano calati del 70 per cento,ilquestore AntonioSbordoneammette comequella delleviolenza domestiche rappresenta invece un’emergenza reale: «Ho già dato incarico agli uffici che si occupano delle violenze domestiche - ha detto ai microfoni del Tgr -contattando le persone cosiddette a rischio, dando istruzioni alle pattuglie che devono andare in priorità e con tutte le cautele necessairee dare una mano aindividuaresoluzioni alternative qualorala convivenza non dovrebbe essere più procrastinabile».Per il resto l’attività di controllo delle forze dell’ordine è continua: «Abbiamo pattuglie al di fuori di uffici postali, centri commerciali, stazione ferroviaria e di bus, e anche ovviamente arterie stradali - continua il questore -. Ho chiesto serietà, severità ma anche buon senso».

ALLONTANARE IL VIOLENTO
Questa potrebbe essere una delle soluzioni alternative di cui parla il questore: allontanare il violento. In una situazione di emergenza, e vista la situazione generale di emergenza, ecco che allontanare da casa il violento invece che cercareun ricoveroper la donnavittima di violenza, magari anche con figli, potrebbe essere meno difficoltoso. «In questo momento non è facile trattare questi argomenti - conferma l’avvocato Sara Pasquino -. La richiesta di aiuto è difficile, le situazioni urgenti vengono trattate mentre il resto è a rilento. Separazioni e affidi sono in stand by, ci stiamo organizzando per udienze in video conferenza ma ancora ci vorrà tempo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA