In Umbria niente Covid hotel, così gli ospedali rischiano di andare in crisi. Servono più di cento posti letto

Un covid hotel
Un covid hotel
di Luca Benedetti
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Mercoledì 14 Ottobre 2020, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 09:08

PERUGIA - Niente Covid hotel, l’Umbria resta senza spazi cuscinetto per allentare la pressione sui reparti degli ospedali. Una pressione che cresce visto che ieri è aumentato il numero dei malati di coronavirus che sono stati ricoverati. Il punto sui Covid hotel è stato fatto ieri mattina durante i lavori del Cor al quale, tra gli altri, ha partecipato il commissario per l’emergenza sanitaria, Antonio Onnis. Fino a oggi i bandi sono andati deserti. C’era una proposta arrivata dalla media Valle del Tevere, ma di fatto sul tavolo non c’è nulla di concreto. Anche perché chi ha strutture a disposizione in un momento di bassa sul fronte turistico, non se la sente di entrare in quel circuito. Soprattutto se non tutta la struttura viene interessata dalla possibilità di garantire posti letto. Una questione anche di carattere economico visto che c’è chi chiederebbe il pagamento con la formula vuoto per pieno. Cioè anche poche stanze utilizzate, ma la Regione dovrebbe pagare per tutte quelle delle struttura.
I Covid hotel (funziona quello di Villa Muzi a Città di Castello, residenza di proprietà della Diocesi) servono per allentare la pressione sui reparti ospedalieri e a accompagnare verso la guarigione i pazienti che sono clinicamente guariti ma che attendono l’ultimo tampone per uscire dal tunnel del coronavirus. C’è anche l’opzione che i Covid hotel possano ospitare i malati asintomatici che non possono trascorrere la quarantena in casa perché magari a contatti con familiari che appartengono alle categorie fragili. É il caso di chi ha anziani in casa ma non ha la possibilità di un isolamento adeguato, oppure , sempre rispetto ai rischi che corrono gli anziani, potrebbero usufruire delle stanze dei Covid hotel le badanti che risultassero positive. Da quello che filtra ci sarebbe un tentativo di contatto con Federalberghi per sensibilizzare gli imprenditori. Sarebbe statoi fatto anche un conto di quanti posti letto potrebbero servire per allentare la pressione nei reparti di Malattie infettive e Pneumologia: tra i 100 e i 150. Giusto per dare un ordine di grandezza, nei giorni scorsi il Lazio ha indicato in 500 posti letto nei Covid hotel il numero di stanze di compensazioni utili per gestire la curva dei contagi che cresce. L’indagine di mercato per trovare Covid hotel era stata demandata dalla Regione alla Asl 2 con l’iniziativa che era già scattata alla fine del mese di agosto.
Intanto, a proposito di Centro operativo della Protezione civile di Foligno, ieri due addetti della Asl 1 hanno iniziato una ricognizione sui dispositivi di protezione individuale che si trovano nei depositi di Foligno per valutarne le caratteristiche in attesa della distribuzione. Ci cono stock da centinaia di miglia di mascherine e sono arrivati anche più di diecimila paia di guanti dopo che il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha detto sì alla richiesta arrivata dall’Umbria. ma resta il nodo degli appalti al di fuori dalle forniture d’emergenza che arrivano dalla Prociv.

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