Coronavirus, l'esercito degli immuni: in migliaia hanno gli anticorpi, ecco perché

Laboratorio di analisi
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di Fabio Nucci
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Martedì 4 Agosto 2020, 09:34 - Ultimo aggiornamento: 13:33

PERUGIA Sta frenando l’onda dei contagi che negli ultimi giorni hanno interessato tre cluster tra Spoleto, Terni e Passignano. Il nuovo positivo di ieri, infatti, riguarda il padre del neonato ricoverato a Perugia con la madre. Intanto, risulta 5 volte più elevato rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante l’epidemia, il numero di positivi al covid. Circa 7.500 persone entrate in contatto col virus secondo l’indagine Istat sulla sieroprevalenza condotta per il Ministero della Salute.

Il test, somministrato su base campionaria volontaria, ha evidenziato un’incidenza dello 0,9% rispetto alla popolazione regionale (considerati 878.270 residenti). Percentuale che, con un intervallo di confidenza del 95%, corrisponde a 7.519 persone risultate con “IgG positivo”, ovvero che hanno sviluppato gli anticorpi per il Sars-Cov2. Si tratta della settima incidenza più bassa in Italia, col dato che oscilla tra lo 0,3% di Sicilia e Sardegna e il 7,5% della Lombardia (a Bergamo il 24%). “Otto regioni, tutte del Mezzogiorno – scrive l’Istat considerando ormai il Cuore verde più che scivolato a Sud – presentano un tasso di prevalenza inferiore all’1%”.

Altri dettagli non sono stati articolati a livello regionale ma stando alle indicazioni generali, non emergerebbero differenza di genere, con uomini e donne colpiti nella stessa misura, mentre per quanto riguarda l’età, la sieroprevalenza appare più concentrata nelle fasce 35-49 e 50-59 anni. Il tasso più contenuto interessa bimbi sotto i 5 anni (1,3%) e over 85 (1,8%). Quanto ai settori lavorativi, la sanità risulta quello più esposto (dal 5,3 al 9,8% a seconda dell’intervallo di confidenza). “L’aver avuto contatti con persone affette dal virus – si legge nel report - aumenta la probabilità che si siano sviluppati anticorpi”.

Tornando ai dati regionali attuali, il totale dei casi è quindi salito a 1.475 dopo che anche il padre del neonato, un uomo di 42 anni da 11 anni residente a Terni, è risultato positivo al tampone eseguito nell’ambito dello screening scattato sui contatti stretti della famiglia. Di cui fa parte anche un bimbo di 6 anni risultato negativo a al momento affidato a un’amica di famiglia, essendo il padre asintomatico posto comunque in isolamento domiciliare. L’uomo è il 32° positivo attivo (come a metà giugno) e uno dei 25 in quarantena, compresi cinque clinicamente guariti, mentre i ricoverati restano 7.

Nessun nuovo caso è invece emerso per ora da Passignano in base agli ultimi tamponi eseguiti che in totale hanno interessato un centinaio di contatti dei quattro ragazzi, tre di origini straniere, risultati positivi. Il primo caso, un giovane italiano, è stato scoperto per i sintomi influenzali avvertiti al rientro, probabilmente, da Rimini. Degli ultimi 16 casi scoperti in Umbria dal 21 luglio, 12 sono emersi proprio dal sospetto diagnostico: 4 dall’attività di screening che ne è derivata. Il secondo caso accertato domenica, in un primo tempo assegnato a Magione, riguarda invece un uomo residente fuori regione ma di stanza, quale militare, a Spoleto. Città dove prosegue lo screening anche per ricostruire i contatti della turista di rientro dalle Marche dopo che anche la figlia è risultata positiva.



 

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