Sanremo 2023, le pagelle delle canzoni: Mengoni elegante (8), Colapesce-Dimartino funzionano (8), delusione Madame (4)

I voti ai brani in gara dopo il primo ascolto riservato alla stampa

Sanremo 2023, le pagelle delle canzoni: Mengoni elegante (7), Grignani struggente (8), delusione Madame (3)
Sanremo 2023, le pagelle delle canzoni: Mengoni elegante (7), Grignani struggente (8), delusione Madame (3)
di Mattia Marzi
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Lunedì 16 Gennaio 2023, 16:46 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 14:56

Ma siam proprio sicuri che la scelta di Amadeus di portare in gara a Sanremo 2023 addirittura 28 canzoni, un record nella storia del Festival, alla fine non si riveli controproducente? All’ascolto in anteprima dei brani, stamattina, con la stampa divisa tra il Teatro delle Vittorie di Roma e gli studi Rai di via Mecenate a Milano (dov’era presente anche lo stesso conduttore e direttore artistico), durati due ore e mezza, la concentrazione ha rischiato di essere messa a dura prova. Figurarsi cosa succederà dal 7 all’11 febbraio durante le cinque serate della kermesse, che tra ospiti, interventi delle co-conduttrici, gag e quant’altro si preannunciano interminabili. Anche perché, parliamoci chiaro, di pezzi davvero irresistibili, in grado di far fare agli spettatori un salto sulla sedia, non è che ce ne siano così tanti.

E sì, è vero che un solo ascolto può essere insufficiente per giudicare la bontà o meno di un brano. Ma è vero pure che “Ringo Starr” dei Pinguini Tattici Nucleari, “Fai rumore” di Diodato, “Andromeda” di Elodie, “Musica leggerissima” di Colapesce e Dimartino, “Zitti e buoni” dei Maneskin, “Ciao ciao” de La Rappresentante di Lista o “Brividi” di Mahmood e Blanco in questi anni hanno colpito e messo d’accordo tutti sin dal primo ascolto. Forse in assenza di grandi canzoni Amadeus quest’anno ha deciso di puntare sulla quantità: «Ad un certo punto avevo pensato di portarne addirittura 30. I risultati di questi anni hanno dimostrato che il pubblico gradisce e ci segue anche fino alle 2 di notte. Sarà il tempo a dire se questi brani avranno lunga vita dopo il Festival», dice lui, intenzionato da direttore artistico a fare incetta di Dischi d’oro e di platino.

E pazienza se quantità non fa rima con qualità, stavolta: a proposito, le canzoni che la sera della finale si giocheranno la vittoria quest’anno non saranno più 3, ma addirittura 5.

Tra ballate classiche e contemporanee, rap, urban, elettropop, dance, cantautorato e anche un pizzico di new age, nel tradizionale gioco delle pagelle poche scelte arrivano alla sufficienza o la superano (poi bisognerà capire come renderanno sul palco, dal vivo). I nomi vintage, diciamo così, giocano a toccare le corde della nostalgia: è il caso degli Articolo 31, di Paola e Chiara o dei Cugini Di Campagna, questi ultimi esordienti dopo cinquant’anni di carriera sul palco dell’Ariston. I giovani, da Olly a Will, spesso si piangono addosso: “C’è precarietà, soprattutto tra i giovani. E timori forse legati anche a questo presente incerto, tra guerra e pandemia. Dobbiamo sforzarci di pensare positivo”, riflette Amadeus. Le impressioni dopo il primo ascolto.

Sanremo 2023, le pagelle dei brani in gara

Gianluca Grignani – “Quando ti manca il fiato” (voto: 9)

“Mio padre tornava la sera / ed era forte quando era in vena”: una ballata struggente e sofferta che si apre piano e voce, fino all’apertura orchestrale del ritornello, iper sanremese. Un flusso di pensieri raccolti in una lettera indirizzata al padre, assente negli anni dell’infanzia.

Colapesce e Dimartino – “Splash” (voto: 8)

“Campi sconfinati che si arrendono alla sera”: il riferimento, stavolta, sembra essere Battisti. Nelle sonorità richiamano “Con il nastro rosa” e dintorni. Meno potente di “Musica leggerissima”, ma funzionerà.

Articolo 31 – “Un bel viaggio” (voto: 5)

Nostalgia generazionale in stile 883. “Avevamo la visione anche senza farci i funghetti”: è una celebrazione della loro storia e dell’eredità che l’iconico duo rap ha lasciato ai fratellini.

gIANMARIA – “Mostro” (voto: 7)

Il ritornello, tra elettronica e pop, ti si appiccica in testa: “Ma che ti sembro un mostro? Guarda che sono a posto”. La scrittura è ancora acerba, ma il talento del 19enne cantautore vicentino lanciato da “X Facor” crescerà.

Anna Oxa – “Sali” (voto: 7)

Tra gli autori c’è Francesco Bianconi dei Baustelle. Il testo è ermetico e criptico, quasi new age: “Arca dell’umanità andata a fondo / cuori puri mangiati dall’avidità”, canta. La voce, che raggiunge un’estensione sorprendente, rimane una delle più preziose della musica pop italiana degli ultimi cinquant’anni.

Mr. Rain – “Supereroi” (voto: 3)

Ha aspettato la grande occasione per anni dopo essere stato più volte escluso, ma il 31enne rapper di Desenzano del Garda la sciupa con un pezzo scialbo: “Se avrai paura stringimi le mani / perché siamo invincibili vicini”.

Rosa Chemical – “Made in Italy” (voto: 5)

Rischia di essere il personaggio di quest’edizione e pazienza se somiglia al fratellino di Achille Lauro. Il brano è volutamente trash e gioca con i luoghi comuni della cultura italiana: “Tu vuo’ fa l’americano / io voglio morire da italiano”. Si candida a diventare la nuova sigla de “Il boss delle cerimonie”.

Giorgia – “Parole dette male” (voto: 6)

Tastiere Anni ’90 e atmosfere soul, guardando alla sua beniamina Whitney Houston. Il pezzo sembra una dedica all’ex Alex Baroni, scomparso nel 2002 dopo un incidente: “Ricordo le ultime parole, quelle dette male, maledette”. Peccato non decolli mai e non permetta alla voce della cantante romana di uscire fuori al meglio.

LDA – “Se poi domani” (voto: 4)

Lanciato dall’ultima edizione di “Amici” – Amadeus l’ha preferito al vincitore Luigi Strangis – il figlio di Gigi si presenta con una ballata adolescenziale: “Oh dammi le mani / ma solo se tu rimani”. Forse il ritornello ricorda fin troppo quello di “Perfect” di Ed Sheeran.

Lazza – “Cenere” (voto: 5)

Tra un ritornello pop e strofe urban, il rapper racconta la fine di una storia d’amore, ma nella scrittura non sembra essersi impegnato più di tanto: “Ormai nemmeno facciamo l’amore / direi piuttosto che facciamo l’odio”.

Ariete – “Mare di guai” (voto: 6)

Tra gli autori compare Calcutta, il cantautore considerato l’eroe della scena indie. “Tu eri più bella di me”, canta nel primo verso la 20enne Arianna Del Giaccio, che non ha mai fatto mistero della sua omosessualità. Il testo è pieno di immagini quotidiane raccontate alla maniera indie, tra torri di piatti da lavare e foto sotto il cuscino. Non originalissima.

Sethu – “Cause perse” (voto: 6)

Chitarre elettriche e autotune: “Forse sono solo sadico e ho una testa di merda / ma qua fuori è una guerra”. Crescerà dal vivo sul palco dell’Ariston.

Tananai – “Tango” (voto: 7)

Una ballata classica sulla fine di una storia d’amore, che mette in fila i ricordi insieme: “Ridevamo di te che mi sparivi nei jeans”, canta, e vai a capire cosa voglia dire esattamente.

Levante – “Vivo” (voto: 9)

Un empowerment femminista: “Vivo per la mia liberazione / vivo un sogno erotico / la gioia del mio corpo è un atto magico”. Lo ripete sette volte: alla fine inevitabilmente ti entra in testa.

Leo Gassmann – “Terzo cuore” (voto: 8)

C’è il tocco di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, che mette al servizio dell’ex vincitore di Sanremo Giovani nel 2020 un brano fresco e leggero. Ha, racconta, un cuore per ridere, uno per rimanere duro “nel mare in tempesta” e uno per dimenticare il nome di lei.

Modà – “Lasciami” (voto: 3)

“Ho bevuto il veleno”, canta Kekko Silvestre: un’allusione agli psicofarmaci? Il pezzo racconta la fine di una storia d’amore con tutti i luoghi comuni del caso, tra rock e orchestra. Un classico pezzo dei Modà.

Marco Mengoni – “Due vite” (voto: 8)

Un fiume di parole, tra lune che esplodono, caffè col limone conro l’hangover, mostri e fate. Il cantante di Ronciglione prende la rincorsa per lanciarsi nel ritornello. Elegante e potente al tempo stesso.

Shari – “Egoista” (voto: 3)

Tra pop e rap, in ibrido già sentito. Gioca con la fluidità: “Vorrei una ragazza normale / vorrei un uomo che mi ascolti”. Ma tra gli autori c’è il fidanzato Salmo, che sarà ospite la prima e l’ultima sera, dalla nave.

Paola & Chiara – “Furore” (voto: 6)

Un all stear team di hitmaker (da Merk & Kremont ad Alessandro La Cava) al servizio delle due sorelle Iezzi. Faranno ballare tutti. Ripartono da dove avevano lasciato: bentornati negli Anni ’90.

Cugini Di Campagna – “Lettera 22” (voto: 3)

Sembra un pezzo dei Pooh degli anni ’60: la lettera 22 del titolo non viene mai menzionata nel testo del brano scritto dal La Rappresentante di Lista. Un mistero. “Io non sono altro che una storia che non sa finire”, cantano: fanno tenerezza.

Olly – “Polvere” (voto: 4)

“Facciamo un giro fino a che non ci si bagnerà il cuore”: pop innocuo e senza pretese.

Ultimo – “Alba” (voto: 6)

Strizza l’occhio a certe cose di Renato Zero: “Se credessimo ai sorrisi come i comici / se non amassimo soltanto i nostri simili”. Punta sull’intensità. Da riascoltare sul palco.

Madame – “Il bene nel male” (voto: 4)

“Nel bene e nel male / sei bene e sei male / fai bene e fai male”: da una che ha vinto la Targa Tenco è lecito aspettarsi di più. La canzone è la storia di una prostituta che si innamora di un cliente: “Sarò una puttana / ma sei peggio di me”.

Will – “Stupido” (voto: 3)

“Ti chiedo scusa se poi annego in una lacrima / ma non riesco a voltare pagina”, canta. “Ora divento un po’ banale”: mette le mani avanti e fa bene.

Mara Sattei – “Duemilaminuti” (voto: 6)

Oltre a Damiano dei Maneskin tra gli autori c’è anche il fratello thasup. Ma di rock e e trap non c’è nulla: il brano è una ballata classica. Parla di una relazione tossica: “Sotterravi i tuoi problemi dentro fiumi d’alcool e ogni volta mi dicevi che la colpa era la mia”.

Colla Zio – “Non mi va” (voto: 6)

Il testo è così così: “Resta qui un’altra notte con me / io sto male male male”. Però loro sono esplosivi: sul palco potrebbero essere una sorpresa.

Coma Cose – “L’addio” (voto: 6)

California e Fausto Lama, coppia anche nella vita, raccontano la loro crisi senza filtri: “Sparirò ma promettimi che potrò sempre ritornare da te”. Dopo “Fiamme negli occhi” era lecito aspettarsi di più dal duo, stavolta meno ispirato del solito.

Elodie – “Due” (voto: 7)

Racconta di una donna forte che costringe lui a presentarsi sotto casa sua con gli occhi lucidi e a chiederle scusa per quelle parole dette come coltellate. Radiofonica, come le sue hit di questi anni.

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