Sanremo 2020, Fiorello: «Se guidassi il Festival durerebbe al massimo tre ore»

Sanremo 2020, Fiorello: «Se guidassi il Festival durerebbe al massimo tre ore»
di Federico Vacalebre
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Giovedì 6 Febbraio 2020, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 11:40

Don Fiorello porta a casa anche la benedizione del vescovo di Sanremo, monsignor Antonio Suetta. E la usa subito per tranquillizzare mamma Rosaria: «Lei ha paura che finisco come Amadeus. nel mirino di tutti. Mi ha chiamato preoccupatissima: Ma ti vestisti da parrino? E il Papa che dice? Lo sai che certe cose non si fanno, Saro». Dismesso l'abito talare è tornato ad indossare i panni casual dell'uomo più amato dagli italiani: «Minchiaaaaa», ha commentato su Twitter dopo aver visto i dati della prima serata: 52,2 per cento di ascolto medio, oltre 10 milioni di telespettatori, il risultato più alto dal 2005, quando, conduttore Bonolis, lo share era stato del 54,78%, gli spettatori circa tre milioni in più. «Non pensavo che andasse così bene», confessa, «ma nella seconda serata il calo è fisiologico, è successo a tutti. Diciamo che se restiamo sopra il 50% mi vesto... da Cantante mascherato, sceglierei il Coniglio, se Milly Carlucci mi presta il costume, tanto dopo aver mantenuto la promessa di vestirmi da Maria De Filippi ho poco da perdere».

Merito del mattatore Fiorello più del conduttore-direttore artistico Amadeus?
«Siamo davvero uno squadra, come dice Ama. Lui è un centrocampista, io devo fare gol».

Sanremo 2020, pagelle canzoni seconda serata: Tosca 8, Junior Cally 7, Gabbani 5
 

 


Anche a costo di metterlo in secondo piano?
«Ma davvero si può immaginare che lui mi dice: Fiore sono contento che ci sei, ma non esagerare, eh? O piuttosto che si fida di me e della mia presenza e che più ci sono più è contento e più realizza il suo Festival?. Dopo il mio sketch iniziale della prima serata sarei anche potuto andare via, eravamo d'accordo così, ma... che facevo? Me ne andavo in albergo, che è attaccato al teatro? Me ne stavo solo soletto? Meglio restare, farmi trovare qui o lì».

Ma quale sarebbe il Festival ideale di Rosario Fiorello? E in quale ruolo? Ospite sia pur dilagante come adesso ma senza responsabilità o finalmente come gran timoniere?
«Da ospite a Sanremo non ci torno più, ne ho fatti troppi. Però potrei tornare come cantante, qualche amico che mi possa scrivere un brano adatto ce l'ho: Jovanotti, Sangiorgi dei Negramaro, Antonacci».

E da conduttore? O direttore artistico? O tutti e due?
«Lo escludo. Però se dovessi organizzarlo io il Festival durerebbe di meno, la lunghezza è l'unica pecca di questa edizione. Il mio Festival inizierebbe alle 20.30 e finirebbe alle 23.30. Deve essere a misura di uomo, non prevedere che ti addormenti o svieni, dovresti poterlo vedere tutto, come un concerto, un film, uno spettacolo teatrale. Gli ascolti di Amadeus sono davvero strepitosi, soprattutto pensando a quanti la tv non la accendono proprio, a quanti vedranno solo le canzoni, solo Fiorello, solo Amadeus sulle piattaforme, su YouTube».

Altri suggerimenti?
«Accorcerei anche le canzoni, due minuti e mezzo bastano».

Martedì sera ha punzecchiato la politica nei panni di Don Matteo.
«C'erano quasi tutti: i Mattei, i 5S e le Sardine che hanno fatto il miracolo di dividersi: l'avete mai visto qualcuno che divide una sardina?».

Mancava il Pd.
«Non l'ho visto».

Un Fiore che fa satira politica?
«Ma no, io non faccio satira e non sono nemmeno un comico, giusto un intrattenitore che ogni tanto lascia andare una battuta anche sui politici. E si mantiene per restare buono e buonista, che non è in insulto. Tra il bene e il male scelgo il primo».

Meglio il tuo Don Matteo o il San Francesco desnudo di Achille Lauro?
«San Francesco vince sempre. Ho visto il rapper entrare in scena e ho pensato: guarda, c'è Belfagor. Poi mi sono girato un attimo e l'ho visto nudo. Mi ha divertito molto».

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