ROMA Taglio ai tetti dei compensi. Internalizzazione delle produzioni. Stop agli agenti produttori, ai conduttori produttori, alle scuderie di artisti schierate nello stesso programma.
La ricetta taglia-Rai approvata dal Cda dell'azienda, che entrerà in vigore il 17 settembre, ma potrebbe secondo quanto auspicato dallo stesso ad Fabrizio Salini applicarsi anche ai nuovi palinsesti, ha provocato le prime avvisaglie telluriche di un piccolo terremoto. Dalle parti di Lucio Presta, storico agente di alcuni degli artisti più pesanti del settore Amadeus e Antonella Clerici in Rai, Paolo Bonolis a Mediaset - si respira un'aria tesa. Il manager non parla, ma dagli ambienti a lui vicini si intuisce che il blocco al 30% fissato dalle nuove norme sugli ospiti delle trasmissioni non è affatto gradito.
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Se un unico agente non potrà rappresentare più del 30% degli artisti nella stessa produzione, sarebbero a rischio (o a rischio riorganizzazione) programmi come Italia sì, con il tris d'assi di Presta Marco Liorni, Rita Dalla Chiesa e Elena Santarelli, o Quelli che il calcio, che con Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Enrico Lucci, Federico Russo, Ubaldo Pantani mette insieme cinque star targate Beppe Caschetto. Una situazione che renderebbe il fanta-Sanremo 2020, se condotto da Amadeus, inaccessibile a molte delle star rappresentate da Presta, fra cui il fuoriclasse Roberto Benigni o la stessa Antonella Clerici, molto amata dal pubblico ma soprattutto, come sottolineato spesso vicino a lei, dagli inserzionisti.
Già finito nell'occhio del ciclone perché conduttore e produttore del suo stesso programma, Che tempo che fa, Fabio Fazio dovrà fare attenzione al tandem con Luciana Littizzetto: appartenendo entrambi alla scuderia Caschetto, dovranno assicurarsi di popolare il programma con artisti curati anche da altri agenti, per non sforare la quota 30%. Eppure Che tempo che fa, ormai quasi certamente in trasloco su Rai Tre, dovrebbe essere sufficientemente blindato dalle stesse norme taglia-costi: se la Rai decidesse di rescindere il contratto con la sua casa di produzione, infatti, sarebbe costretta a pagare comunque l'artista sotto contratto (cioè Fazio) per non andare in onda. E di certo non risparmierebbe.
STOP AI PRESTITI
Lo stesso Pechino Express (media del 9,7% di share), che l'anno scorso è stato pagato in anticipo da Banijay (rimborsata un anno dopo da Rai) per una cifra intorno ai cinque milioni e mezzo, potrebbe essere a rischio nella prossima stagione, così come programmi storici dell'azienda come L'Eredità o successi come Il Collegio. Un rischio che aumenta soprattutto in vista del moltiplicarsi della concorrenza, con Mediaset, Cairo ma anche nuovi player come Amazon, Facebook e Youtube in cerca di contenuti e particolarmente attenti al target dei più giovani.
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