Secondo il giudice i siti individuati violano le norme a tutela del diritto d'autore. Il procedimento, come si legge nel provvedimento del giudice di piazzale Clodio, era stato aperto il 17 ottobre scorso a seguito «della comunicazione della notizia di reato del Nucleo Speciale per la radiodiffusione e l'editoria della Guardia di Finanza a tutela degli enti titolari dei programmi diffusi». Quello di oggi non è il primo provvedimento emesso dal tribunale di Roma e che colpisce la galassia dei siti pirata. Il 25 gennaio dello scorso anno i finanzieri del Comando unità speciale hanno proceduto all'oscuramento di 124 siti web dopo una denuncia presentata da Sky Italia.
Anche in quel caso ad essere presi di mira furono i portali che trasmettevano numerosi eventi sportivi e interi campionati di più discipline sportive, nonché concerti musicali e opere cinematografiche e televisive senza possedere i relativi diritti, appartenenti a molteplici operatori delle tv a pagamento e non, nazionali ed estere. In quel caso fu accertato che i siti offrivano contenuti pirata sia in modalità streaming live, cioè in diretta, sia in streaming on demand, a richiesta degli utenti. Tutti i siti, posizionati su server all'estero, riportavano veri e propri palinsesti organizzati per facilitare la scelta del programma preferito. La loro fonte di guadagno principale è legata ai banner pubblicitari inseriti nel corso delle trasmissioni in percorsi che lo spettatore è obbligato a seguire.
Le indagini, volte ad identificare le persone coinvolte nell'illecita attività, sono tuttora in corso.
Secondo recenti stime, i danni provocati dallo streaming e downloading illegali sarebbero superiori ai 3 miliardi di euro annui, di cui la metà relativamente ai soli settori cinematografico e musicale. Un cittadino italiano su 3 parrebbe, sempre secondo tali recenti stime, fruire di contenuti audiovisivi non originali, con un danno quantificabile in 500 milioni di euro per il settore.