Privacy e web, un algoritmo ci governerà:
le lobby della Silicon Valley

Privacy e web, un algoritmo ci governerà: le lobby della Silicon Valley
di Flavio Pompetti
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Martedì 22 Luglio 2014, 09:33 - Ultimo aggiornamento: 09:38
NEW YORK - Auto che parlano con la strada che stanno percorrendo e con le centraline del traffico; case contenitori di gadget tecnologici che comunicano con il proprietario ma anche con il supermercato, la polizia e i pompieri; cellulari infermieri che ci guidano nella fitness. La nostra vita quotidiana è già dominata dal flusso continuo dei dati, che le aziende produttrici raccolgono ed elaborano per migliorare la loro offerta. Perché allora non provare a trasferire questo sistema binario e perfetto di comunicazione ad altre categorie di servizi, a cominciare dai primi, i più complessi e costosi del nostro tempo: amministrazione pubblica e legislazione?



La tentazione c’è, e i programmi per realizzarla pure. In un lungo articolo pubblicato dal quotidiano The Guardian, il sociologo bielorusso Evgeny Morozov elenca le forme più varie e insospettabili con le quali la tecnologia è già entrata nel rapporto tra i cittadini e il loro governo, e ammonisce contro le possibili deviazioni che questa tendenza inizia già a mostrare.



GRANDE FRATELLO

Non parliamo qui dell’idea abusata del Grande Fratello. L’incentivo all’uso dei dati non è sempre e soltanto il sogno di un controllo totale della società, ma molto più spesso il risparmio delle risorse. Nella lotta alla criminalità la polizia può istituire posti di blocco ad ogni angolo della città, e sguinzagliare tutti i suoi agenti. O può seguire le tracce elettroniche di auto e cellulari, dotare gli agenti di occhiali per l’identificazione digitale di un sospetto, e incrociare i dati per decidere l’intervento.



Ed ecco che una delle funzioni essenziali del governo, l’amministrazione della giustizia, inizia a spostarsi dalla valutazione umana all’analisi matematica. Nei bagni dei ristoranti nelle Filippine ci sono ora allarmi che suonano se la persona che ha utilizzato i servizi igienici non attiva il distributore di sapone al lavandino. Lo stesso nostro redditometro fiscale si basa su un rivoluzionario cambiamento di prospettiva, nel quale l’ufficio delle tasse ignora i profitti dichiarati da una persona ma si concentra sulla spesa, e per questo chiede che gli acquisti siano fatti con transazioni elettroniche, e quindi con la produzione di dati.



BIG DATA

Questo processo in atto ha permesso ad alcuni imprenditori di Silicon Valley di teorizzare una società interamente gestita tramite i dati che fluiscono tra gli amministratori e gli amministrati. Una società in perfetto equilibrio dove le regole sono «basate sull’evidenza», e «orientate al risultato», per citare due degli slogan più popolari dell’efficientismo cibernetico.



Le loro idee sono riassunte nel saggioOrdinare per Algoritmi di Tim O’Reilly, uno degli imprenditori-profeti della valle californiana. I tecno statisti puntano il dito su due sistemi di sicurezza che oggi funzionano in modo eccellente: l’eliminazione dello spam dalle caselle di posta elettronica e la lotta all’uso fraudolento delle carte di credito. Entrambe funzionano perché sono basate su uno scambio continuo di informazioni tra il fornitore del servizio e i loro utenti. Invece di definire a priori cosa è spam e cosa frode, il concetto si perfeziona all’istante con lo scambio di dati tra i due.



L’alto grado di efficienza di questo modello sta spingendo le aziende del web a fare pressioni lobbistiche su amministratori e legislatori, perché facciano un uso sempre più vasto dei megadata, (che Silicon Valley raccoglie, analizza e vende) non solo per orizzontarsi nelle campagne elettorali che li riguardano, ma anche per decidere le linee politiche da adottare. Ecco allora che le polizze sanitarie americane cominciano ad offrire sconti agli assistiti virtuosi che frequentano le palestre o che conducono una vita sana, purché lascino una traccia elettronica della propria fitness. Ed ecco che la lotta al terrorismo all’improvviso è divenuta un affare da 950 exabytes l’anno che costa 4,5 miliardi di dollari l’anno per le sole spese di archivio. Ma in questo cambio di prospettiva si chiede Morozov, che fine fa la politica? L’algoritmo al potere rischia di annullare ogni considerazione programmatica (obiettivi sociali, equilibrio tra gli umani) in favore di un efficientismo che nasconde più insidie e trabocchetti delle soluzioni miracolose che vengono promesse.