Roma, studente della Sapienza costruisce satellite per Elon Musk. «Ho detto “no” al posto fisso, vivo cogliendo le occasioni»

Davide Nejoumi ha solo 23 anni e ha fondato la sua startup con un finanziamento della Regione Lazio

Roma, a 23 anni costruisce un satellite per Elon Musk: «Ho detto no al posto fisso, vivo cogliendo le occasioni»
Roma, a 23 anni costruisce un satellite per Elon Musk: «Ho detto no al posto fisso, vivo cogliendo le occasioni»
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Lunedì 18 Luglio 2022, 18:58 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 19:51

Ha solo 23 anni e con la sua startup di giovani talenti sta costruendo a Roma un satellite che verrà lanciato in orbita con un razzo Falcon 9 di SpaceX, l'azienda di Elon Musk nel 2023. Davide Nejoumi, studente di Ingegneria aerospaziale alla Sapienza solo un anno fa ha fondato la startup Delta Space Leonis con un finanziamento della Regione Lazio e ora sta già lavorando all'ambizioso progetto in collaborazione con l'azienda indiana ToSpace.

«Pensare a ciò che stiamo facendo a volte mi dà le vertigini, è un'emozione pazzesca» racconta Davide con entusiasmo contagioso. Cresciuto a Talenti (Roma) e primo di tre fratelli, la passione per lo spazio lo accompagna da quando, a 12 anni, chiese il primo telescopio al papà, commerciante di origine iraniana. Da quelle "osservazioni" dalla finestra di casa è partito un percorso rocambolesco, un mix di talento e "salti nel vuoto" che lo ha portato ad avere una brillante carriera. 

 

Il satellite per i razzi di Elon Musk 

Oggi nel laboratorio della startup al tecnopolo Tiburtino i lavori per la costruzione del satellite vanno avanti a gonfie vele. «Realizziamo principalmente satelliti di tipo PocketQube Cubesat.

Ci occupiamo di tutto, dalla progettazione fino alla programmazione di ogni compontente e ai test» spiega Davide.

Quelli realizzati dalla startup sono micro-satelliti: cubi di appena 5 cm. «Sono piccoli ma possono avere molte funzionalità, misurazione della temperatura e acquisizione di altri parametri. Hanno il vantaggio di essere leggeri e quindi abbattono i costi per il lancio. La tariffe dei lanciatori (missili) di satelliti vanno a peso e ad altezza dell'orbita. Una volta intorno al pianeta, di solito sotto i mille chilometri di quota, raccoglieranno dati che noi poi dovremo ricevere e interpretare» continua. I cubesat (cubi di 10 centimetri di spigolo) e i microcubesat (5 centimetri) sono la novità di questi ultimi anni nella corsa all'orbita con i satelliti che rappresentano il 75% della New Space Economy. Permettono una democratizzazione dello spazio, ovverio un accesso a tanti allo spazio (anche se un cubesat richiede almeno 150mila euro) e inoltre non provoca inquinamento in orbita perché questi piccolissimi satelliti si disintegrano completamente nell'impatto con l'atmosfera al rientro.

Il prossimo mese è previsto il primo lancio per testare il sistema di comunicazione e a fine 2023 Davide e il suo team voleranno in Florida per vedere il lancio dei loro satelliti insieme al razzo di SpaceX. 

Accanto a Davide c'è un team di giovanissimi talenti: Davide Bossio, 24 anni, neolaureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano, Giacobbe Montemagno, 23 anni, laureato in economia a Roma Tre, Flaminia Telese, 22enne laureata in ingegneria informatica e Chiara Pensosi, 21 anni studente di ingegneria aerospaziale alla Sapienza. Il più grande del gruppo è Davide Petenzi, 38 anni, ex-rider, maker e tech designer. 

Davide, «Ho rinunciato al posto fisso, punto alle stelle »

Ma come si arriva in così giovane età a costruire un satellite per una delle più importanti aziende del mondo? «Ho preso tutti i treni che sono passati, la strada lineare diploma-università-posto fisso non faceva per me. Percorrere strade "alternative" a quelle che fanno tutti è meno sicuro, ma ti può portare dove gli altri non arrivano. Ammetto anche di essere stato fortunato». Davide racconta così il percorso che lo ha portato al successo.

Dopo la maturità scientifica al liceo Giordano Bruno è partito per Shangai per studiare il cinese con una borsa di studio del bando Torno Subito. Detto e fatto. Rientrato in Italia si è iscritto all'università, ha fatto il servizio civile all'osservatorio astronomico di Roma e poi, grazie a un altro bando della regione Lazio nel 2021, ha fondato la sua startup.

«Un punto di partenza, non di arrivo» dice il giovane imprenditore, che ha le idee chiare anche sulla strategia da seguire «Vogliamo crescere e diventare un'azienda importante nel settore. Ho rifiutato anche proposte di grandi investitori: cerchiamo finanziatori, ma non squali». 

E per il futuro? Il primo obiettivo di Davide ora è la laurea, rinviata più volte a causa degli impegni di lavoro. Per l'azienda poi ha progetti ambiziosi: «Vogliamo lanciare la nostra propria costellazione di micro satelliti. Per offrire servizi utili alla Terra (monitoraggio di suoli agricoli in lande remote non raggiungibili con la rete internet) ma anche per scopi di ricerca. Insomma, puntiamo alle stelle». 

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