L'intervista/Benvenuto: «Dall'emergenza uno schiaffo benevolo per cambiare l'approccio all'impresa»

L'intervista/Benvenuto: «Dall'emergenza uno schiaffo benevolo per cambiare l'approccio all'impresa»
4 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Dicembre 2020, 09:56 - Ultimo aggiornamento: 09:59

Fabrizio Benvenuto, lei è presidente di Iamcp e del settore Ict di Confindustria Lecce oltre che fondatore della società Commedia. Ha una visione privilegiata del rapporto tra pandemia e digitale. Cosa è cambiato?
«Il virus ha avuto un impatto gigantesco su tutto. Ad un certo punto, praticamente dalla sera alla mattina, il digitale ha dovuto sostenere l'attività di famiglie, imprese, scuole, istituzioni durante il lockdown. È diventato essenziale per tutti, una necessità imprescindibile. Non che prima non lo fosse, ma all'improvviso abbiamo perso il lusso di poter pigramente aspettare il cambiamento. È diventato un'urgenza. Processi, scelte e abitudini che senza il Covid sarebbero maturate lentamente nei prossimi anni, sono diventate quotidianità. Da anni invochiamo un cambio culturale, di mentalità. Ecco, è arrivato, si è trattato di una svolta repentina, uno schiaffo benevolo. Con conseguenze che non rimarranno confinate nel mondo digitale e nel nostro approccio ad esso, ma che coinvolgeranno per sempre il nostro stile di vita, il modo di lavorare, l'organizzazione di qualunque attività. Un concetto che ha sintetizzato molto bene Mario Draghi poco tempo fa: la digitalizzazione è destinata a rimanere una caratteristica permanente delle nostre società».


Con la sua azienda opera da anni nel settore dell'Ict, a livello locale e nazionale. Da marzo a oggi come è cambiato il vostro lavoro?
«Banalmente, potrei dire che abbiamo lavorato molto di più. Perché, come tutte le crisi, anche questa ha risvolti in un certo senso positivi, nasconde opportunità. Tra le altre cose, abbiamo registrato un numero importante di aziende che hanno scelto di potenziare i loro servizi web o di e-commerce. Aziende già con una certa propensione all'innovazione e al cambiamento. E poi un numero ancora più rilevante di operatori economici e commerciali che hanno deciso di sbarcare per la prima volta sul web, offrendo beni e servizi. Sono stati costretti, è vero, ma hanno capito che non si poteva rimanere fermi. Il lockdown e le restrizioni in generale, hanno spinto milioni di persone nel mondo ad acquistare online, persino alimenti o cose che di solito comprano dal negoziante di fiducia, magari a due passi da casa. È facile prevedere che sia un processo irreversibile: in molti rimarranno conquistati dalla facilità, dalla comodità e spesso anche dai prezzi delle vetrine sul web, continueranno quindi a fare online almeno una parte dei loro acquisti. Anche sul nostro territorio questo processo è scattato repentinamente e ha costretto anche noi a gestire una domanda ogni giorno più crescente. La mappa delle aziende del Salento e della Puglia e la loro stessa fisionomia saranno molto diverse dopo questa pandemia. E la mia azienda, come tante altre, sarà stata tra i protagonisti di questa fase storica».
Senza un prezzo da pagare?
«Il prezzo è che la crisi di liquidità provocherà la morte di tante imprese purtroppo e la perdita di posti di lavoro. Chi riuscirà a stare in piedi e a cambiare in fretta, pagherà un prezzo minimo, ma avrà un orizzonte di crescita a mio avviso molto allettante».
Si profilano, quindi, opportunità per quelle aziende che punteranno sul digitale senza indugi, anche nel Salento.
«Certamente. Il discorso è semplice, anche se può sembrare strano. È pur sempre vero che chi può spendere di più, salvo errori clamorosi o strategie sbagliate, ha maggiori opportunità di affermarsi. Ma su questo terreno le risorse non fanno sempre la differenza, è un mondo più democratico di altri. Nel senso che se una piccola azienda del Salento, ad esempio, riesce a mettere nella propria vetrina online un prodotto nuovo, originale, di nicchia, che i colossi del web non hanno, è probabile che sia altamente competitiva e che faccia profitti in misura paragonabile anche a chi ha investito di più, ma in modo meno accorto. La mia azienda sta accompagnando tante piccole realtà coraggiose e innovative a entrare o a restare sul mercato con prospettive di affermazione e crescita significative. Il mio invito agli imprenditori del Salento è ad avere coraggio, a non avere paura delle novità e dei percorsi mai sperimentati. A patto di fare strade nuove senza improvvisare o facendo da sé».
Date queste premesse, se potesse consigliare oggi a un giovane un percorso allettante da intraprendere, quale indicherebbe?.
«Tutto ciò che ruota attorno al digitale è interessante e sarà sempre di più un proficuo terreno occupazionale. Tra le tante figure in crescita c'è, ad esempio, quella del Data Analyst, cioè colui che esplora, analizza e interpreta i dati, con l'obiettivo di estrapolare informazioni utili a chi prende le decisioni. Sia esso il titolare di un'azienda, un commerciante, un sindaco o qualunque altra figura».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA