Cybercrime e attacchi informatici, l' Italia al quinto posto in Europa per numero di “intrusioni”. L'esperto spiega perché

Cyber Crime
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di Emilio Orlando
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Sabato 7 Agosto 2021, 15:53 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 18:43

La cyber security è ormai entrata nella legge italiana. Mentre il sistema sanitario informatizzato della Regione Lazio sta ripartendo dopo l'attacco hacker, Camera e Senato hanno approvato, con un ordine del giorno urgente, l'istituzione di un nuovo organismo contro i reati informatici per arginare il grave fenomeno che pone il nostro Paese al quinto posto in Europa per numero di attacchi. 

Proprio durante la pandemia, infatti,  è stata registrata una preoccupante escalation di attacchi informatici. Nel periodo pandemico, infatti, sono stati 1.871 gli attacchi a banche dati strategiche pubbliche, con un trend di 156 “intrusioni” importanti al mese, con un incremento del 12% rispetto al 2019.

«L'introduzione quasi globale dello smart working ha costretto le aziende ad esporre i loro dispositivi per garantire il lavoro da remoto - spiega a Leggo Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan, la prima azienda italiana di “cyber security” proprietaria di una piattaforma di “cyber security” testing e di un centro di “research” - ed hanno esposto le loro reti informatiche a tentativi di attacco informatico e ad attività di raccolta di informazioni. I comparti dell'economia più colpiti non sono stati tanto quelli finanziari, ma piuttosto quelli della pubblica amministrazione e delle banche dati contenenti dati personali informazioni sanitarie». Nuove figure criminali, legate al mondo tecnologico su scala ormai mondiale che si affacciano sulle scene del crimine 4.0 e non più in scenari reali, ma in contesti virtuali dove le investigazioni sono ancora complesse e si svolgono su terreni insidiosi dal punto di vista delle normative, non ancora uniformate a livello globale. (Nella foto in basso il centro operativo della polizia postale e delle telecomunicazioni).

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Un business miliardario quello degli hacker che rivendono a peso d'oro preziose informazioni e profilazioni personali. Le aziende hanno l’obbligo di difendersi dal momento in cui c'è l'agenzia per la lotta al cyber crime. «È un contesto - continua Pierguido Iezzi - in cui difficilmente ci sarà un rallentamento del trend in salita. La cyber security si è sempre cimentata come in una gara per costruire difese contro un nemico, i “criminal hacker” che stando avanti, non avendo alcun vincolo normativo o legato ai budget e riescono a baipassare le misure di sicurezza».

Una sfida per il futuro sarà appunto quella di prevenire attacchi come quelli al sistema sanitario laziale e individuare all’interno del mondo del web e dark web quelle falle che espongono le aziende a una serie di possibili minacce attraverso sistemi e attività di “threat intelligence”. 

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