ChatGPT, cos'è? La nuova tecnologia "umana" tra rivoluzione e allarme (soprattutto a scuola)

ChatGPT, cos'è? La nuova tecnologia "umana" tra rivoluzione e allarme (soprattutto a scuola)
ChatGPT, cos'è? La nuova tecnologia "umana" tra rivoluzione e allarme (soprattutto a scuola)
di Raffaele d'Ettorre
4 Minuti di Lettura
Domenica 22 Gennaio 2023, 16:02 - Ultimo aggiornamento: 18:04

Con l’aumento di popolarità di ChatGPT, il nuovo e avanzatissimo chatbot sviluppato dalla californiana OpenAI già capace di scrivere saggi, poesie e di automigliorarsi apprendendo dalle domande che gli rivolgiamo, è partita anche la nuova corsa all’oro dei big della Silicon Valley per portare l’intelligenza artificiale nelle nostre case.

Chat Gpt, la gara tra Microsoft e Google

A guidare la carica c’è Microsoft, che oltre ad aver già messo sul tavolo investimenti concreti (un miliardo di dollari per finanziare OpenAI nel 2019, altri dieci potrebbero arrivare a stretto giro secondo Bloomberg) ha da poco reso disponibile il servizio Azure OpenAI, potenziando così la propria piattaforma di cloud computing, Azure, con l’IA sviluppata dall’azienda californiana OpenAI.

Lato sviluppatori, questo significa aver accesso immediato ad applicazioni su base IA, tra cui appunto ChatGPT e DALL-E, un algoritmo capace di generare immagini partendo da una parola.

Lato utenti parliamo di un’importante finestra sul futuro, perché un investimento del genere difficilmente rimarrà confinato nei meandri del cloud. Ed è probabile che Microsoft finirà per integrare alcune funzionalità di OpenAI anche nel suo motore di ricerca Bing e nel pacchetto Office, portando così alcune applicazioni pratiche dell’intelligenza artificiale (autocompletamento, ricerca, creazione di immagini e sintesi vocale) anche verso le aziende e, successivamente, nelle nostre case.

Le mire di Microsoft spaventano però i vertici di Alphabet, società madre di Google: OpenGTP infatti è in grado non solo di effettuare complesse ricerche sul web ma anche di interpretarle e riorganizzarle in un testo coerente. E in un futuro non troppo lontano potrebbe sottrarre al motore di ricerca di Big G (che da solo porta all’azienda di Mountain View 150 miliardi di dollari) sempre più utenti. I vertici di Big G adesso lavorano senza sosta a una nuova versione di Google (che potrebbe approdare sui nostri browser già a fine anno) completa di funzionalità IA, ma secondo il NY Times ci sarebbero almeno altri 20 progetti simili nella timeline di Google, tra cui uno strumento di creazione di immagini sulla scia di DALL-E e una piattaforma (denominata PaLM-Coder 2) capace di generare codice informatico, simile a GitHub Copilot di Microsoft.

Chat Gpt tra popolarità e polemiche

Il potenziale di queste nuove tecnologie è subito evidente: ChatGPT, grazie alle centinaia di migliaia di parole su cui è stato addestrato il suo modello, ha un piglio quasi “umano” che l’ha reso subito popolarissimo. Specialmente tra i ragazzi, che hanno trovato subito un’applicazione pratica al nuovo gioiello di punta di OpenAi: usarlo per copiare durante gli esami. Immediato l’allarme degli ambienti accademici e scolastici. Negli Usa l’app è stata vietata all’interno delle scuole, mentre in Australia c’è già chi pensa di tornare a fare gli esami solo con carta e penna. Uno studente di Princeton intanto ha creato GPTZero, una app capace di scoprire se un testo è stato o meno scritto usando l’intelligenza artificiale. 

La rivoluzione a scuola

Qui in Italia, il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha subito precisato come questa nuova tecnologia abbia «il potenziale per rivoluzionare la società, e di conseguenza la scuola» ma che non dovrà in nessun modo «soppiantare l’insegnante né marginalizzarne il ruolo, che è decisivo in tutti i gradi di scuola, in particolare nella primaria». 

Al di là del dibattito accademico ancora aperto, la tecnologia di OpenAI presenta però alcuni rischi per la sicurezza difficili da ignorare. I ricercatori della società d’analisi Check Point Software spiegano come un IA troppo avanzata, nelle mani sbagliate, potrebbe portare allo sviluppo di phishing e frodi sempre più credibili. Che, grazie alla diffusione capillare di sistemi di generazione immagine e sintesi vocale su base IA, renderebbero di fatto impossibile distinguere l’uomo dalla macchina.

© RIPRODUZIONE RISERVATA