Circolarità e innovazione: la svolta ecologica parte dalle grandi città del mondo. Le metropoli vivono di luce propria

Cape Town
Cape Town
di Nicolas Lozito
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Mercoledì 15 Dicembre 2021, 13:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 11:10

La rivoluzione verde parte dalle città. Per almeno due evidenti motivi: il primo, perché nelle città si concentrano le migliori idee, gli investimenti, e anche la compattezza di infrastrutture che permette di agire in tempi rapidi e con scelte ambiziose.

La seconda, perché se analizziamo le emissioni globali di gas serra per luogo di origine, scopriamo che più del 70% del totale è prodotto nelle città, il 75% addirittura secondo l’ultimo rapporto del “Renewable in cities report” del think tank Rin21. Emissioni che rischiano di aumentare ancora se non viene messo un freno ai consumi di combustibili fossili: perché oggi in città vive il 55% dell’umanità, ma nel 2050 il dato salirà al 68% (con una popolazione globale prevista di 9,8 miliardi di persone).

SFIDA GLOCAL

«Con il loro impatto così immediato, le città sono la nostra migliore scommessa per pianificare, sviluppare e costruire un futuro rinnovabile – spiega Rana Adib, a capo di Ren21 – Ma fin troppo spesso il loro potenziale per la trasformazione è rimasto sotto-sfruttato». Proprio durante la Cop26 di Glasgow, la grande riunione internazionale dedicata alla lotta per il cambiamento climatico, le città sono state al centro del dibattito fino a essere definite “il gigante dormiente”, ma che possono essere le vere protagoniste della transizione ecologica. Ecco allora che la sfida si fa sempre più glocal, locale ma allo stesso tempo globale. Perché ogni città deve trovare il proprio mix di energie rinnovabili a seconda delle caratteristiche urbane e geografiche, ma allo stesso tempo può creare un modello replicabile in città con caratteristiche analoghe. A oggi sono almeno 135 le grandi città nel mondo che sono già alimentate almeno al 70% da energia rinnovabile, come fotovoltaico, eolico, idroelettrico e geotermico. Il numero aumenta considerevolmente se guardiamo le promesse a medio termine: almeno 834 città hanno predisposto un piano di conversione all’energia rinnovabile, e il 90% di queste punta a raggiungere le emissioni zero entro i prossimi decenni.

IN PRIMA LINEA

Alcune città corrono più delle altre: per esempio, l’energia che serve a San José, capitale del Costa Rica, è già rinnovabile per il 98% dal 2014, grazie a un piano di risparmio energetico e ai nuovi impianti idroelettrici. Nella squadra delle città virtuose figurano anche alcune importanti città europee: Monaco, Malmö, Reykjavík (che punta ovviamente sull’energia geotermica), Oslo. E poi l’Oceania, guidata dagli esperimenti australiani: qui la sfida non è più produrre una quantità sufficiente di energia rinnovabile, ma riuscire a stoccarla in maniera razionale, visto che la sua disponibilità dipende dalle condizioni atmosferiche. Il municipio di Adelaide ha sviluppato, nelle piccole isole di fronte al porto, degli impianti per grandi batterie capaci di collegarsi alla smart-grid e accumulare energia e restituirla quando la domanda sale.

IN ITALIA

E le città italiane? Dove si trovano in questa maratona verso un futuro a impatto zero? Intanto vediamo un numero che apre spiragli di ottimismo. Secondo il rapporto “Comuni rinnovabili 2021” di Legambiente sono almeno 40 i Comuni (soprattutto quelli piccoli) che già riescono a coprire con le rinnovabili il fabbisogno residenziale e sono ben 828.487 gli impianti fotovoltaici installati nella nostra penisola (4.950 eolici).

Buone notizie, insomma, anche dall’Italia.

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LA MAPPA

Malmö: l'area industriale passa al fotovoltaico

Alcune zone di Malmö, in Svezia, sono rinnovabili al 100% già dal 2012: la città è tra gli esempi più virtuosi per l’energia verde. Nella zona industriale di Augustenborg tutte le aziende sono tenute a installare pannelli fotovoltaici, la cui energia rifornisce i quartieri più centrali. 

Kyoto: partnership con i privati per le emissioni zero

Kyoto ha annunciato che raggiungerà la neutralità climatica entro il 2050. Per farlo si affida ai partner privati: le grandi aziende sono chiamate a collaborare per la transizione energetica. A partire dai trasporti pubblici: metro e bus diventeranno tutti elettrici entro i prossimi 5 anni.

Monaco: l'efficienza comincia dallo zoo

Le ambizioni di Monaco sono altissime: rinnovabili al 100% entro il 2025. Per farlo sono stati destinati almeno 9 miliardi di euro in investimenti. Non solo: persino lo zoo cittadino punta a essere autonomo, producendo energia dagli escrementi degli animali.

Reykjavìc: non solo geotermico nella ricetta islandese

L’Islanda è lo stato che può sfruttare meglio il suo incredibile suolo: l’energia geotermica è centrale nel piano della capitale dell’Isola: 9 case su 10 sono riscaldate sfruttando il calore che viene dal suolo. Nel mix si aggiunge l’energia idroelettrica e gli impianti eolici.

Adelaide: batterie giganti sulle isole del golfo

La città ha già raggiunto un ottimo livello di produzione di energia rinnovabile: per risolvere il problema dell’intermittenza tipica del fotovoltaico e dell’eolico, il comune ha costruito degli impianti nelle isole di fronte al porto, dove si trovano delle batterie capaci di stoccare energia per le emergenze.

Cape Town: un sistema di crediti per superare il carbone

L’85% del mix energetico sudafricano è basato sul carbone: la capitale Cape Town, però, sta cercando di invertire la rotta. Incentivi per chi installa pannelli fotovoltaici e un sistema di crediti da consumare in città per le famiglie che redistribuiscono l’energia in eccesso.

Cocody: l'Africa scommette sui rifiuti

Cocody è una delle maggiori città della Costa d’Avorio e vuole ridurre velocemente il suo impatto ambientale. Per farlo hanno puntato sul solare, il bioetanolo prodotto dai rifiuti e da una migliore gestione delle foreste intorno alla città, fondamentali per il contrasto al cambiamento climatico.

Burlington: biomasse per ripartire dopo l'uragano

Nel 2011 la città del New Jersey è stata devastata dall’urgano Irene. Proprio dopo quella tragedia è stato deciso di trasformare completamente le infrastrutture energetiche e rendere la città più resiliente: ora è una delle pioniere dell’energia verde, con un mix basato sull’eolico e le biomasse.

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