La neve olimpica, prodigio hi-tech che arriva dall'Alto Adige

La neve olimpica, prodigio hi-tech che arriva dall'Alto Adige
di Stefano Ardito
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Mercoledì 16 Febbraio 2022, 12:37 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:06

Nelle Olimpiadi invernali del passato, dai tempi dello sciatore Gustav Thoeni fino a quelli dello slittinista Armin Zoeggeler , molte medaglie vinte dagli atleti italiani sono finite al collo di uomini e donne nati a Bolzano o nelle valli dell'Alto Adige/Sudtirolo.

Nei Giochi di Pechino, una medaglia d'oro è arrivata già prima dell'inizio delle gare. La neve artificiale delle piste di discesa di Yanquing, dei tracciati per lo snowboard di Zhangjiakou e delle piste da fondo e dei trampolini per il salto di Guyangshu, viene realizzata da macchinari disegnati e prodotti a Bolzano. Garantire la buona qualità della neve sulla pista di freestyle realizzata nell'ex-sito industriale di Shougang, nell'area urbana di Pechino, era una sfida ancora più difficile. Ma è stata vinta anche questa. La TechnoAlpin di Bolzano, fondata nel 1990 da Walter Rieder, Gummerer e Georg Eisath (solo i primi due Rich Eisath) aveva già fornito parte degli impianti di innevamento utilizzati nei Giochi di Sochi2014 e di Pyeongchang 2018.

L'IMPRESA

Quest’anno l’azienda è diventata il fornitore unico delle Olimpiadi, e ha disegnato e installato tutti i 350 “cannoni” (tra generatori a ventola e lance), le sale macchine e le stazioni di pompaggio nei tre siti di gara.

Gli impianti resteranno in funzione per le Paralimpiadi e anche dopo, quando le piste verranno aperte ai turisti. I lavori per l’installazione degli impianti di innevamento in Cina sono durati tre anni, e non sono stati fermati dal Covid. Anche se i generatori di neve continuano a essere fabbricati a Bolzano, hanno dato un contributo all’impresa le due sedi cinesi di TecnoAlpin a Sanhee a Zhangjiakou. Il valore complessivo degli appalti per i Giochi ammonta a circa 20 milioni di euro. A dirigere i lavori nei siti olimpici è stato l’austriaco Manuel Schoepf. «Il risultato sottolinea il nostro ruolo di leader tecnologico del settore», spiega con soddisfazione Erich Gummerer, ad di TechnoAlpin. Chi ha un’immagine soltanto turistica dell’Alto Adige, fatta di meravigliosi paesaggi alpini, di piste di sci e di castelli, di mele, di strudel e di ottimi vini rischia di non vedere una parte importante del quadro. La provincia più settentrionale d’Italia ospita decine di aziende di alta tecnologia, proiettate sui mercati dell’Europa e del mondo.

Accanto alla TechnoAlpin, che oggi ha oltre 600 dipendenti in 13 Paesi, l’esempio più noto è la Leitner, che ha sede a Vipiteno, alla base delle rampe autostradali e ferroviarie che salgono al Passo del Brennero. Nata nel 1888 per produrre macchinari agricoli, l’azienda ha partecipato nel 1908 alla costruzione della funivia Bolzano-Colle, una delle prime delle Alpi. Nel secondo dopoguerra, la Leitner è diventata uno dei leader mondiali degli impianti a fune, e ha introdotto innovazioni tecnologiche come le cabinovie ad ammorsamento automatico dove i vagoncini, per consentire la salita e la discesa dei passeggeri, si sganciano e si riagganciano al cavo in movimento. Nel 2018, costruendo la funivia da Zermatt al Piccolo Cervino, la Leitner ha stabilito i record della fune traente più lunga (8 chilometri) e più pesante (67 tonnellate) del mondo. Da qualche anno l’azienda altoatesina ha assorbito la Prinoth, leader nella produzione di battipista, che è presente ai Giochi Olimpici di Pechino con 50 macchine dei modelli Bison, Leitwolf e Husky. Da qualche anno, la Leitner ha portato anche in campi diversi le tecnologie sviluppate per gli sport invernali, realizzando sistemi di trasporto passeggeri in aree urbane come il Leitner Skyliner dell’EXPO 2000 di Hannover e il Minimetro che funziona dal 2008 a Perugia. Chi sale da Malles Venosta a Passo Resia passa ai piedi della turbina eolica Leitwind, che segna l’ingresso dell’azienda di Vipiteno nel settore delle energie rinnovabili. Il futuro, per le aziende altoatesine della neve, riserva ancora sorprese. «TechnoAlpin investe 6 milioni di euro all’anno in ricerca e sviluppo, oltre che sui generatori di neve ci concentriamo sulle stazioni di pompaggio e sui software. La digitalizzazione ci offre possibilità inimmaginabili nel campo della gestione della neve», in azienda. In Alto Adige non ci sono soltanto le Dolomiti e le mele.

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