Dagli orti ai social, influencer green fioriscono

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di Andrea Boscaro
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Mercoledì 16 Marzo 2022, 16:22 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 09:27

Scoprire e seguire i tanti profili social che si occupano di giardinaggio, orticoltura, agricoltura in generale confermano l’intuizione di chi ha camminato nel deserto: l’essenza dell’oasi è il miraggio.

La ragione del successo degli influencer in questo settore è infatti la sensazione di poter vivere a maggior contatto con la natura, anche semplicemente curando le petunie sul balcone o i gelsomini nel giardino. O avvicinandosi all’orto con la sorpresa di chi scopre la meraviglia della vita nelle stagioni e nei loro doni. È vero, su Facebook ci sono community di agricoltori che, come “Noi siamo agricoltura”, hanno 350mila follower e che, nel gruppo privato, si confrontano sul cambiamento climatico e sull’aggravio dei costi del carburante. È vero, su TikTok la potenza e la tecnologia dei trattori mostrati sul profilo Agritaly (oltre 8mila follower) producono video con decine di migliaia di visualizzazioni. Ma sono i profili social degli influencer che si rivolgono agli appassionati e non ai professionisti a suscitare curiosità e interesse.

GLI ESEMPI

Non solo moda o cucina, dunque: i video di giardinaggio di Simonetta Chiarugi, Aboutgarden su TikTok e Instagram, danno consigli immediati per prendersi cura delle proprie piante e il blog di Ortodacoltivare trasmette la passione degli autori per la coltura bio, ma, al contempo, presenta un calcolatore di semina, uno strumento automatico di calcolo delle rotazioni colturali che aiuta a decidere cosa seminare. Il fenomeno degli influencer o, per essere più corretti, dei “creatori di contenuti” in agricoltura illustra un cambiamento che ha superato, con gli orti urbani, la ristretta cerchia dei più anziani e ha saputo coinvolgere persone che, per ragioni di età, hanno maggior dimestichezza con i social network e ricorrono a essi per soddisfare una curiosità o condividere un’esperienza.

Come sostiene Matteo Fiocco, “Matt the farmer”, uno youtuber il cui canale ha quasi 330mila iscritti in Italia, «l’agricoltura non è una nicchia, è un bene primario» perché sempre più persone vogliono sapere cosa stanno mangiando. E forse la pandemia, con il tempo che ha offerto alla cura della casa a causa delle restrizioni alla mobilità e grazie allo smart-working, non è una causa secondaria della crescita di questo fenomeno. Che esistesse già prima dei social media un pubblico di persone incuriosite dal giardino e dall’orto lo spiega Umberto Caroleo la cui famiglia da molti anni pubblica riviste come “La vita in campagna” e organizza fiere agricole che attirano gli appassionati: «Si tratta di persone che un tempo si confrontavano nelle proprie cerchie di amici e conoscenti e oggi si avvalgono dell’immediatezza della Rete. Solo in parte però essi si sovrappongono agli “hobby farmers” che invece amano sporcarsi le mani, approfondire con canali più tradizionali per acquisire competenze e acquistare attrezzature professionali per la coltivazione dei propri appezzamenti».

L’EFFETTO CONFRONTO

 La condivisione delle esperienze, l’empatia nel racconto, la disponibilità al confronto sui social network sono infatti alla base del ruolo dei creatori di contenuti: come in altri settori, anche in questo sono le dimensioni prevalenti e, insieme alla dimestichezza nell’uso delle piattaforme digitali, ne spiegano il successo. Diversamente dai testimonial infatti che in qualche caso possono condividere le loro passioni come Serena Dandini con il giardinaggio, i creatori di contenuti acquisiscono credibilità nella misura in cui sono in grado di pubblicare informazioni corrette e dare suggerimenti utili così da non rimanere legati ad un ruolo di semplici appassionati. L’autorevolezza del resto è necessaria se si intende, come nel caso di molti protagonisti di questo ambito, vendere online le proprie cassette di ortaggi o promuovere corsi di formazione, sponsorizzare prodotti o guadagnare con la visualizzazione della pubblicità raccolta dalle piattaforme digitali. Come diceva Gigi Proietti a proposito del teatro, il ruolo degli influencer non ha a che fare né con il falso, né con il vero, ma con il finto: la ragione del successo sta nell’abilità di comunicare online senza che per questo vengano a mancare la competenza e l’esperienza nei temi trattati. 

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