Il rapporto tra arredo e tecnologia è sempre stato molto stretto.
In particolare qui in Italia, fin dagli anni 70, ogni oggetto tecnologico che entrava all’interno nelle nostre case doveva avere anche un’estetica ben definita: dalle radio alla televisione, dal frigorifero fino al dispositivo che riproduceva la musica. Forma e sostanza quindi, dove in questo caso la forma era quella di un’estetica ricercata (di design diremmo ora) mentre la sostanza era il contenuto tecnologico. Con il tempo il rapporto ha assunto dimensioni e tipologie diverse all’interno delle nostre case. C’è stato un momento in cui la tecnologia aveva preso il sopravvento nei nostri salotti, seguito poi da un altro più recente in cui la domotica stava prevalendo su tutto. Adesso si sta andando oltre il concetto di smart home. O meglio, il concetto è stato così introiettato al punto che oggi molti mobili di design contengono un cuore tech, ed è proprio questo fenomeno che vogliamo meglio analizzare. La tecnologia quindi si fonde con l’arredo per creare soluzioni efficienti per migliorare il nostro benessere e quello del mondo in cui viviamo. C’è sempre più una presenza discreta - spesso quasi invisibile - ma costante della tecnologia, e non stiamo parlando solo di app e riconoscimento vocale, ma dell’intensa collaborazione di aziende tech, designer e produttori di interior design per migliorare gli spazi domestici attraverso un sapiente mix tra tecnologia e eleganza formale.
SPAZI INTEGRATI
Questo processo si è evidentemente accelerato anche a causa del Covid che, costringendoci tutti a casa, ha permesso ai progettisti di riflettere meglio alle soluzioni possibili e ai consumatori di essere più rapidi nell’assumere comportamenti legati alla digitalizzazione e all’avvicinamento verso le innovazioni con inedite prospettive di utilizzo. E anche se oggi la pandemia sembra lontana, il concetto di “connected living” è entrato nel dna di produttori e utilizzatori: dietro questo concetto c’è anche una diversa organizzazione degli spazi quotidiani e una nuova esigenza di integrare l’ambiente lavorativo con quello del tempo libero, quello dedicato alla preparazione dei cibi, dello svago e dell’attività fisica. In aggiunta a questo si sono poi affacciati due nuovi bisogni legati alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico che stanno avendo un peso sempre più sostanziale.
SANIFICAZIONE
Come dicevamo in apertura, la tecnologia integrata all’arredo ha anche una funzione di benessere, ecco quindi l’azienda leader nel lighting di design Artemide che grazie all’utilizzo della tecnologia Integralis che combina la luce UV per la sanificazione degli ambienti, ha realizzato una serie di prodotti (nella scheda) che può essere anche controllati dall’app di Artemide. Porre l’attenzione a mantenere un ambiente domestico sanificato e sicuro e che quindi favorisca l’igiene della casa è l’obiettivo di molte aziende di design di interni e che quindi adottano la tecnologia invisibile dei sensori per realizzare, ad esempio rubinetti touchless per la cucina che permettono di avviare e arrestare il flusso d’acqua, erogando la quantità stabilita, tramite comandi vocali o interazioni motion-based, come ad esempio le innovazioni di Kohler, azienda leader nella progettazione di cucine. E per finire, se dobbiamo parlare di tecnologia invisibile in cucina, non possiamo non citare la Cucina Air di Lago (nella scheda), un apparentemente normale tavolo rotondo per il pranzo che sembra essere sospeso da terra grazie alla trasparenza delle gambe in vetro, ma che soprattutto ha integrato un piano cottura a induzione, riuscendo così a creare una continuità perfetta tra il luogo dove si cucina e quello dove si mangia, esempio perfetto dell’unione tra interior design e tecnologia invisibile.