Wireless ciao ciao, voglio vivere aggrovigliata ai fili delle cuffiette

Wireless ciao ciao, voglio vivere aggrovigliata ai fili delle cuffiette
di Alessandra Spinelli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 16 Marzo 2022, 14:20 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 09:28

Aggrovigliato, no, non soltanto impicciato, proprio annodato, arrotolato su se stesso, intrecciato con ogni cosa sparsa nella borsa, monetine di rame, matita spuntata per gli occhi, penna scarica e smozzicata.

Cominciamo così: questo è il filo delle cuffiette del cellulare, l’estensione massima del mio corpo, salvezza totale delle relazioni parentali, amicali e ovviamente lavorative che nutro nel tragitto quotidiano casa-redazione-casa. Senza di loro, nonostante il filo ingarbugliato, sono persa. «Fatti quelle wi-fi, senza filo, fichissime», direte voi. Me ne hanno regalate sette paia, tutte perse o buttate, non ho mai imparato a usarle visto che ogni volta che tentavo di sistemarle nelle orecchie chiudevo le comunicazioni o le toglievo dal lobo ché così rotolavano ignominosamente sul tappetino della macchina. Così viva le cuffiette.

Tutto ok? Macché. Dopo due anni di cadute rovinose a faccia in giù, di pastella per i fritti spiaccicata sullo schermo, di bagnetti prima nell’acqua e poi nel riso, il mio cellulare preferito mi ha detto Ciao Ciao.

Ma io con le mani, con le mani non so fare nulla, meno che meno settare un cellulare, specie se questo viene dall’altra parte del globo e ha un’organizzazione tutta sua, lontana mille miglia dalla mia e chissà perché. Va beh, quindi non trovo più i numeri, neanche quelli preferiti, sapete quelli con la stellina per figlio, marito, mamma, sorelle e amiche ...che ora invece di essere diligentemente in fila, sono sparpagliate alla viva il parroco. Quando poi riesco a spingere il tasto giusto, a telefonare con le cuffiette, tac sfioro lo schermo e niente non si sente più niente, ho messo in attesa, peggio ho attaccato in faccia a chi mi stava raccontando i danni del giorno. Richiamo, parlo, spingo un bottoncino di lato che, magia, fa lo schermo nero, sono salva, no, lo sfioro e tac parte il vivavoce «Capisci che ha fatto....???» urla, ma la sventurata, cioè io, non risponde e anzi cerca di spingere tutti i tasti. Il risultato è che attacco ancora. E buonanotte. C’è gente che ha avuto un esaurimento nervoso nel parlare con me e non mi richiama più. E dire che avrei anche il collegamento diretto in macchina, che tecnologia il Bluetooth, ma Mario, il mio elettrauto di fiducia mi ha detto «Signo’, nun c’è gnente da fa’, i sistemi nun se parlano, mettète le cuffiette». La fa facile, lui. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA