In natura nulla si crea e nulla si distrugge. Lo abbiamo imparato a scuola studiando chimica e imparando che gli elementi che compongono ogni cosa ed essere vivente (noi medesimi) sono stati, sono e saranno sempre gli stessi e nelle stesse quantità. Dunque la natura è essenzialmente circolare, ma tale equilibrio è alterato da quando l’uomo sposta le grandi masse di carbonio accumulate dalla Terra dal sottosuolo (idrocarburi) all’atmosfera producendo anidride carbonica, plastica e altri agenti inquinanti con effetti su paesaggio, biodiversità e clima. L’uomo dunque deve imparare ad essere “circolare” in tutto, anche quando produce ed utilizza gli strumenti che gli permettono di muoversi.
SI CERCA L’EQUILIBRIO
Ecco perché la mobilità, oltre che ad emissioni zero, si prepara ad essere circolare. Dunque non solo auto elettriche e ad idrogeno, ma costruite con materiali di origine naturale che possono essere recuperati per farne in futuro altre automobili o altri oggetti riducendo sia le emissioni sia l’utilizzo di risorse fino a raggiungere un perfetto bilancio tra ciò che utilizziamo e ciò che recuperiamo. Questa visione è ben presente all’interno dell’industria automobilistica, come si è visto al Salone di Monaco dove la padrona di casa era Bmw. La casa bavarese ha presentato uno studio dal nome chiarissimo: i Vision Circular, un’automobile che forse vedremo nel 2040 e che è fatta al 100% di materiali riciclati, di origine naturale e certificata che possono essere riciclati nuovamente al 100%. Tra questi, i rivestimenti dei sedili o il volante stampato in 3D con polvere di legno, e i materiali che compongono la batteria allo stato solido, interamente riciclabile per farne, alla fine del suo ciclo di vita, un’altra batteria o altro.
PERCENTUALI IN CRESCITA
Le BMW sono attualmente circolari al 30%, ma l’obiettivo è di passare presto al 50%. Un altro esempio è la nuova iX5 Hydrogen, un’auto che si muove grazie ad un elemento circolare come l’idrogeno – ricavabile dall’acqua e riemesso come acqua in forma di vapore dal veicolo stesso – ma che ha anche parti realizzate con stampa 3D, usando polietilene riciclato, e calza pneumatici Pirelli circolari non solo nella forma.
IL LINO AL POSTO DEL CARBONIO
Trucioli di legno sono utilizzati per la vernice trasparente della carrozzeria, cofano anteriore e tetto sono realizzati con uno speciale tessuto ricavato da bottigliette in PET riciclate. Innovazioni circolari anche nelle competizioni. La Cupra infatti impiegherà per la sua Tavascan Extreme E della prossima stagione una carrozzeria con parti stampate in 3D con fibre ricavate dal lino al posto della fibra di carbonio eguagliandola in leggerezza, ma con impatto enormemente inferiore per l’ambiente e la possibilità di realizzare parti di ricambio in sole 6 ore così da poterle sostituire prontamente. Creando, ma senza distruggere.