Batterio killer, Oms: variante mai vista
Scienziati italiani: mix di agenti patogeni

Catene di batteri Ehec in coltura (foto Julian Stratenschulte - Epa)
Catene di batteri Ehec in coltura (foto Julian Stratenschulte - Epa)
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Venerdì 3 Giugno 2011, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 18:01
ROMA -L'Organizzazione mondiale della Sanit afferma che la variante di Escherichia Coli trovata nei pazienti tedeschi contagiati non stata mai vista prima in un focolaio di infezione. Esperti cinesi che hanno analizzato i geni del ceppo di Escherichia Coli tedesco affermano che il gruppo «è nuovo e altamente tossico».



La portavoce dell'Oms Aphaluck Bhatiasevi ha detto oggi che il ceppo di E.Coli che ha ucciso finora 17 persone in Germania (e una in Svezia) «non è mai stato individuato prima in un focolaio di infezione» e che l'Oms è in attesa di ulteriori informazioni dai laboratori. La 17esima vittima tedesca è una signora di 81 anni, morta in un ospedale di Amburgo, città che ha registrato altri due decessi. Scienziati cinesi del Genomics Institute di Pechino che hanno analizzato il ceppo tedesco di Escherichia Coli, affermano che «la variante è nuova, estremamente contagiosa e tossica» e con geni che la rendono «resistente ad alcune classi di antibiotici».



Identificato il ceppo. Il Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc) ha confermato di di aver identificato il ceppo del batterio Escherichia coli che ha ucciso 18 persone in Europa. Il batterio appartiene a un ceppo nuovo, altamente tossico e resistente ad alcuni antibiotici: è satto ribattezzato Ehec, sigla che sta per entero-emerragico E.Coli.



Secondo l'Istituto superiore di Sanità la causa dell'infezione è un mix di batteri patogeni. Il cosiddetto batterio killer secondo gli esperti italiani sarebbe già apparso con questa modalità di attacco dell'intestino umano 20 anni fa in Francia, ma non con questo sottotipo chiamato 104:4H, mai visto prima in un focolaio di infezione. «Abbiamo terminato due ore fa gli esami sui campioni arrivati dalla Germania ed i risultati - ha spiegato Alfredo Caprioli, responsabile del reparto Zoonosi trasmissibili da alimenti ed epidemiologia veterinaria dell'Istituto superiore di Sanità - sono stati consegnati alla Commissione europea. Speriamo di aver scoperto così una delle chiavi utili per comprendere questa epidemia. Il legame dell'infezione con il consumo di cetrioli sembra essere altamente improbabile». Caprioli ha ribadito la atipicità di questa epidemia che colpisce soprattutto i giovani e gli adulti: «Dal 1988 abbiamo un sistema di sorveglianza per le gravi infezioni gastrointestinali, in particolare nei bambini e contiamo una quarantina di casi l'anno scatenati dalla stessa famiglia di batteri che in questo caso sono di un sierotipo diverso; in infezioni come queste è sconsigliato l'uso di antibiotici perchè aumentano la tossicità attraverso una reazione dei batteri causando un aumento dei sintomi».



I casi di infezione sono 1614 in dieci paesi europei, riferiscono i dati Oms aggiornati al 31 maggio. In Germania morti nove pazienti per sindrome uremica emolitica (Hus) e sei per E.Coli enteroemorragica (Ehec), mentre un'altra persona è morta in Svezia. Sempre a questa data, in Germania il numero di persone contagiate da Hus era di 470 pazienti, a cui si aggiungono 1064 casi di Ehec. Nell'insieme dell'Europa i casi di Hus sono 499 e 1115 quelli di Ehec. Altre segnalazioni di persone contagiate sono giunte da Austria (2), Danimarca (14), Francia (6), Olanda (4), Norvegia (1), Spagna (1), Svezia (43), Svizzera (2) e Gran Bretagna (3). Si tratta di persone che avevano visitato il nord della Germania. In un caso il paziente era stato in contatto con una persona proveniente dalla Germania.



Tre persone rientrate negli Usa dalla Germania potrebbero essere state contaminate dal batterio, secondo il Centro di controllo e prevenzione delle malattie (Cdc). «Al momento stiamo parlando solo di casi sospetti ma accertamenti approfonditi sono in corso», ha detto Tom Skinner, portavoce del Cdc, precisando che i tre sono stati in Germania di recente.



La Commissione europea mantiene alta la guardia, ma invita a non creare allarmismi. «La situazione è preoccupante per la zona a nord della Germania e non per tutta l'Europa. Siamo in costante contatto con le autorità tedesche per scoprire la fonte della contaminazione. Tutte le persone che si sono ammalate vengono da quella zona, compreso i cittadini statunitensi coinvolti - dice la direttrice generale alla sanità della Commissione europea, Paola Testori Coggi - Le autorità tedesche devono intensificare al massimo le analisi e i test che devono essere effettuati a vasto raggio: dall'acqua ai luoghi di arrivo dei prodotti. Per il momento non sappiamo dove il ceppo si sia sviluppato. In passato si sono verificati casi negli Usa, ma in Ue mai così gravi e così virulenti». La direttrice Ue ha però voluto inviare un segnale tranquillizzante ribadendo che non c'è allarme perchè la zona geografica interessata è limitata. «Chiunque si deve recare per lavoro nella zona di Amburgo deve seguire regole severe di igiene e fare attenzione a ciò che mangia, mentre nel resto dell'Ue valgono le regole di base».



Secondo i dati in possesso della Commissione europea l'epidemia è stabile. Delle persone che si presentano in ospedale con sintomi di diarrea, il 30% poi sviluppa la sindrome emolitico-uremica (Hus), cioè la seria complicazione che deriva dall'infezione E.Coli. Per aiutare i tedeschi nel loro lavoro sono arrivati in Germania anche gli epidemiologi del centro europeo di prevenzione di Stoccolma. Lunedì prossimo il problema del batterio killer sarà sul tavolo dei ministri Ue dalla sanità a Lussemburgo.



Morte sospetta in Francia. Un uomo di 47 anni è morto qualche ora dopo aver mangiato un panino a Saint-Diè, nei Vosgi, nella Francia orientale. C’è il sospetto, non avvalorato ufficialmente dalle autorità, di un collegamento con il batterio killer. La vittima ha mangiato un sandwich con prosciutto e burro contenente insalata e pomodori in una tavola calda e subito dopo è stato colto da violenti dolori all’addome, nausea e vomito. Poco dopo essere rientrato a casa, alle 15, è morto.



I primi risultati dell'autopsia «non hanno per ora consentito di individuare la causa del decesso - dice il sostituto procuratore di Epinal, Jean Richert - Per il momento non abbiamo alcuna ragione di credere che si tratti del batterio killer che imperversa in Germania, ma non siamo nemmeno in grado di escluderlo». L'unica cosa certa, ha sottolineato, è che la morte non è dovuta nè a cause traumatiche, come un infarto o un ictus, nè ad anomalie fisiche, e che non è stata procurata da terzi.



Tre britannici nel Regno Unito e quattro in viaggio in Germania e poi rientrati in Gran Bretagna hanno contratto il virus Escherichia Coli. Tre di loro hanno sviluppato la sindrome emolitico-uremica (Seu), una complicazione potenzialmente mortale che colpisce i reni, distrugge i globuli rossi e può colpire il sistema nervoso centrale. In tutti i sette casi gli individui si sono recati o al pronto soccorso o dal loro medico. La Food Standards Agency (Fsa) britannica ha dichiarato di non avere prove che i prodotti alimentari siano stati distribuiti in Gran Bretagna. L'agenzia per la protezione della salute (Hpa) consiglia invece a chi si reca in Germania di non mangiare cetrioli, insalata o pomodori e di recarsi da un medico se hanno la diarrea. Ciò che è strano, afferma la Hpa, è l'alto numero di casi in cui la gente sviluppa l'Hus. «È molto raro che gli adulti contraggano l'Hus. Normalmente colpisce i bambini e gli anziani, ma in questo caso sono molte giovani donne ad ammalarsi».



La Russia ha vietato oggi l’importazione di verdure e ortaggi freschi da tutti i paesi dell’Unione Europea in seguito all’epidemia mortale. Lo ha annunciato l’agenzia di difesa dei consumatori russa. «Il divieto di importazione di verdure ed ortaggi freschi, che riguarda tutti i paesi dell’Unione europea, ha effetto da questa mattina», ha dichiarato il capo dell’agenzia di difesa dei consumatori, Gennady Onishchenko. Le verdure e gli ortaggi già importati dall’Ue «saranno sequestrati in tutta la Russia» ha aggiunto.



La Commissione europea ha inviato una lettera di protesta alla Russia chiedendo «l'immediato ritiro» del provvedimento di divieto imposto da Mosca. Nella lettera inviata dai servizi del commissario europeo alla Salute John Dalli, la Commissione ha espresso «preoccupazione» per la decisione, facendo notare che «i risultati dell'ultimo test su campioni di cetriolo effettuate dalle autorità competenti in Spagna e in Germania, hanno dimostrato che i cetrioli non sono responsabili» del batterio E.Coli. Bruxelles ha ricordato che il focolaio interessa «una zona geografica limitata», soprattutto la parte settentrionale della Germania. La Commissione europea ha inoltre precisato di aver tolto la notifica di «allerta» per i cetrioli spagnoli dal sistema Ue di allerta rapida per i prodotti alimentari e i mangimi (Rasff). Infine, nella lettera, la Commissione ha precisato di aver sempre tenuto tutti i suoi partner commerciali, compresa la Russia, «pienamente informati su tutti gli sviluppi sul focolaio in modo trasparente» e che si impegna «a continuare a farlo».



Blocco Russia costa all’Italia 4,4 milioni di euro. L’Italia esporta in Russia ortaggi e legumi freschi per un valore di 4,4 milioni di euro all’anno, ora messi a rischio per effetto dell’assurdo divieto imposto all’importazione di verdure e ortaggi freschi. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti che chiede la revoca del divieto immediato alle importazioni annunciato dalla Russia.



Spagna e Portogallo chiederanno i danni. Il capo del governo spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero ha annunciato oggi che il suo paese chiederà i danni per il pregiudizio subito dall’agricoltura spagnola la cui produzione di cetrioli è ritenuta all’origine dell’epidemia di E. Coli scoppiata recentemente in Europa. Sulla sua scia si è messo il ministro portoghese dell'Agricoltura, Antonio Serrano: «La Spagna è il paese più colpito, ma anche il Portogallo è stato molto danneggiato».